a cura di ALESSIO ARGENTIERI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
Nacque a Civitavecchia da famiglia originaria del Canavese. A causa dell'impiego pubblico del padre, trascorse la giovinezza ad Arezzo, dove conseguì la licenza liceale classica. Si iscrisse quindi all'Università di Pisa, laureandosi in scienze naturali nel 1927 sotto la guida di Mario Canavari. Prestato il servizio di leva come ufficiale nel Genio, fu chiamato all'Università di Padova quale assistente incaricato da Giorgio Dal Piaz, titolare della cattedra di geologia. Nel 1931 si trasferì a Pisa come assistente di Giuseppe Stefanini. Vinto un concorso nel 1932, fu assunto presso il Regio Ufficio Geologico; dopo tre anni lasciò l'incarico a Roma per ricoprire il ruolo di professore universitario a Modena, spostandosi poi nel 1937 a Firenze.
Dopo l'invasione italiana dell'Etiopia, fu richiamato dall'Esercito e inviato nel 1936 in Africa Orientale per una missione scientifica della R. Accademia d'Italia, compiendo il rilevamento geologico della Regione del Tigrai assieme al collega Enzo Minucci. Fu poi coinvolto, tra il 1938 e il 1939, in una missione AGIP in Somalia, sotto la guida di Carlo Ippolito Migliorini. All'entrata in guerra dell'Italia, nonostante i docenti universitari ne fossero esentati, rindossò l'uniforme con il grado di capitano e combatté in Africa del Nord, partecipando alla battaglia di El Alamein, per la quale fu decorato. Catturato dagli Alleati in Tunisia, rimase prigioniero di guerra in Maryland, USA, sino al termine delle ostilità.
Dopo il rimpatrio, assunse la cattedra di geologia all'Università di Firenze, in sostituzione di Giotto Dainelli sospeso dal servizio dopo il processo di epurazione. Merla, promotore dell'istituzione del corso di laurea in scienze geologiche presso l'Ateneo fiorentino, fu docente di paleontologia fino al 1963 e quindi di geologia fino al 1976. Presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche fece parte del Comitato per le Scienze geologiche e minerarie e fu direttore della sezione fiorentina del Centro di Studio per la geologia dell'Appennino, istituito nel 1947, mantenendo tale carica fino al 1973. Collocato fuori ruolo nel 1976, venne proclamato professore emerito dell'Università di Firenze dopo il pensionamento avvenuto nel 1981.
La sua ampia produzione scientifica spazia, nell'arco di sessant'anni, su temi diversi.
Le prime ricerche paleontologiche, iniziate sulle faune permiane del Sudalpino, proseguirono con l'analisi dei fossili carbo-permici e triassici della spedizione De Filippi in Asia. Nel seguito della carriera si applicò anche a studi di paleontologia evolutiva.
Sin dagli anni Trenta si interessò dell'evoluzione geologica dell'Appennino settentrionale, con particolare riguardo ai graniti tosco-liguri-emiliani, in sintonia con le precoci teorie faldiste e precorrendo le interpretazioni di tettonica gravitativa. Su questi temi sviluppò negli anni Cinquanta una proficua collaborazione con il già citato Migliorini, Roberto Signorini e Livio Trevisan, elaborando le teorie alloctoniste per la messa in posto delle falde appenniniche settentrionali, a partire dalle teorie dei "cunei composti" e delle "frane orogeniche" del Migliorini, e postulando un sistema di "rughe tettoniche" migranti con vergenza adriatica. A lui si deve anche, con lo studio della serie di Loiano, l'intuizione del modello deposizionale dei bacini satellite, poi largamente riconosciuti nell'intera catena appenninica.
La cartografia geologica fu un altro dei suoi campi di interesse. Ad inizio carriera partecipò ai lavori per la Carta Geologica delle Tre Venezie, edita dal Magistrato alle Acque e coordinata da Dal Piaz. Dal 1960 fece parte del Comitato geologico per la seconda edizione della Carta Geologica d'Italia, avendo un ruolo importante nell'adozione del metodo litostratigrafico e nell'approccio al complesso caotico delle Argille scagliose; inoltre ricoprì l'incarico di direttore del rilevamento di otto fogli geologici del Centro e del Meridione.
Gli studi in Africa orientale rappresentarono una parte rilevante della sua esistenza; si occupò degli aspetti di geografia fisica e geomorfologia del Tigrai e dell'Etiopia meridionale, accuratamente correlati ai caratteri geologico-stratigrafici e strutturali della regione, identificando il generale sollevamento plio-quaternario della regione e i processi di rifting nel margine somalo del Golfo di Aden. In età avanzata produsse una pubblicazione di sintesi con cartografia geologica di Etiopia e Somalia (1979).
Importante anche il suo contributo in campo geologico-applicativo, affrontando grandi problemi a scala ampia, anziché in modo circoscritto, sia in Italia (Appennino settentrionale; Fiume Tevere, precorrendo di decadi la visione a scala di bacino; Sicilia) che all'estero (Corno d'Africa; Venezuela; Turchia), anticipando di molto anche l'approccio geologico-ambientale integrato.
Produsse infine, a suggellare la definizione di "scienziato umanista" che di lui coniò Trevisan, anche scritti in campo storico-bellico (sulle sue esperienze dirette in Nord-Africa e sull'invasione napoleonica del Piemonte, terra dei suoi avi) e sul rapporto tra scienza e fede.
Fu membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei (socio nazionale dal 1958). Alla Società Geologica Italiana si iscrisse nel 1931 e ne fu Presidente nel 1949, organizzando la 53a Riunione estiva a Firenze, la prima dopo la lunga pausa bellica, con escursioni dal Valdarno alla Valdinievole.
Fu insignito del premio Prestwich della Société géologique de France (1953), del premio Feltrinelli per la geologia (1954) e della medaglia di benemerito della scuola, della cultura e dell'arte della Repubblica Italiana (1965).
Merla si spense a Fiesole all'età di 77 anni. Alla sua memoria l'Università di Firenze ha istituito il "Premio di Laurea Giovanni Merla", rivolto a laureati del corso magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche e del corso triennale in Scienze Geologiche.
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Abbate E. (2009) - Merla, Giovanni. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 73, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-merla_(Dizionario-Biografico)/
Abbate E. (2013) Giovanni Merla da El Alamein all'Appennino. https://www.dst.unifi.it/upload/sub/ernesto_abbate_amerla-30-9.pdf
Azzaroli A. (1986) - The paleontological work of Giovanni Merla. Memorie della Società Geologica Italiana, 31, 129-130.
Azzaroli A. (1988) - Giovanni Merla. Atti della Acc. nazionale dei Lincei, Rendiconti, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, LXXXII, 1, 169-181.
Mancini F. (1986) - A few thoughts about Giovanni Merla and his contributions to applied geology. Memorie della Società Geologica Italiana, 31, 231-233.
Società Geologica Italiana (1988) - Atti del Convegno "In memory of Giovanni Merla, geologist and paleontologist" (Firenze, 24-26 Marzo 1986). Memorie della Società Geologica Italiana, 31
Trevisan L. (1986) - Giovanni Merla scientist and humanist. Memorie della Società Geologica Italiana, 31, 7-12 (con elenco delle pubblicazioni).
Zanettin B. (1986) - The work of Giovanni Merla in Ethiopian geology. Memorie della Società Geologica Italiana, 31, 335-341.