Carlo Fabrizio Parona (Melegnano, MI, 8/3/1855 - Busto Arsizio, VA, 15/1/1939)

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Società Geologica Italiana

A cura di FABIANA CONSOLE (Sezione di Storia delle Geoscienze)

Nacque a Melegnano (Milano) l'8 marzo 1855 e si laureò all'Università di Padova nel 1878 in Scienze Naturali, sotto la guida e supervisione di Torquato Taramelli discutendo una tesi sulla paleontologia e la stratigrafia del Pleistocene dell'Oltrepò pavese.

A soli ventitré anni, divenne assistente di Torquato Taramelli nella cattedra di geologia e mineralogia presso l'Università di Pavia. In seguito, Giovanni Omboni lo nominò segretario della terza sezione (Geologia, mineralogia e chimica) della Società Italiana di Scienze Naturali. Tra il 1881 e il 1889 accettò anche l'incarico di docenza in Scienze naturali presso l'Istituto tecnico di Pavia.

Nel 1890 Parona ottenne l'incarico come professore straordinario presso l'Università di Torino, sostituendo Martino Baretti, e sei anni dopo venne nominato professore ordinario, posizione che mantenne fino al suo pensionamento nel 1930. Dal 1919 al 1921 fu Preside della facoltà di Scienze e Rettore nel biennio 1920-1922. Parona dimostrò, in ogni occasione, una profonda gratitudine nei confronti di Taramelli e seguì le orme del suo mentore nello sviluppo di un approccio "moderno" alle geoscienze, integrando con maestria una vasta gamma di conoscenze interdisciplinari nelle sue ricerche che si estesero per oltre quarant'anni. La vasta gamma dei suoi interessi nelle Scienze della Terra è evidente, come dimostrato da un notevole trattato sulla geologia d'Italia pubblicato nel 1903 e ristampato in una seconda edizione nel 1924.

A Torino, Parona venne incaricato anche della prestigiosa direzione del Museo di Geologia e Paleontologia dividendosi tra l'attività didattica e lo studio dei fossili, passando dagli organismi unicellulari ai mammiferi e trasformando il suo studio, presso l'Istituto di Geologia, in un vero e proprio laboratorio. Parona lavorò con dedizione per pulire, sezionare e descrivere in modo accurato i fossili realizzando anche splendide illustrazioni, a corredo dei suoi lavori, con notevole abilità grafica. Arricchì le collezioni museali con una sala dedicata alla paleontologia italiana. Di particolare rilevanza e importanza per la comunità scientifica internazionale sono stati i suoi numerosi studi sulle rudiste in Appennino, mettendo a punto la tecnica delle sezioni sottili per l'osservazione al microscopio e per la riproduzione fotografica.

Nella seconda metà del XIX secolo, con l'inizio delle esplorazioni scientifiche sui ghiacciai alpini e la creazione della "Commissione per lo studio delle variazioni periodiche dei Ghiacciai" nel 1904, successivamente divenuta il Comitato Glaciologico Italiano, Parona fu designato Presidente nel periodo dal 1910 al 1913.

Durante l'era del colonialismo in Africa settentrionale e orientale, Parona ricoprì il ruolo di Presidente della Commissione geo-agrologica per la Tripolitania. Questo incarico governativo lo vide impegnato in ricerche e prospezioni mirate al miglioramento agrario delle regioni libiche. Nonostante ciò, non abbandonò mai la sua passione per la paleontologia, come dimostrato dai suoi lavori del 1913, "La Tripolitania settentrionale" e del 1933 "Di alcune rudiste della Tripolitania" scritti a seguito della missione con gli ingegneri del R. Ufficio geologico Camillo Crema e Secondo Franchi. Parona partecipò anche alla celebre spedizione in Himalaya guidata da De Filippi nel periodo 1913-1914. Durante questa spedizione, vennero condotti studi geologici, meteorologici, fisici (con misurazioni di magnetismo e gravità), rilievi topografici e osservazioni antropologiche. Gli sforzi di Parona e dei suoi colleghi diedero seguito a pubblicazioni scientifiche che documentarono i risultati di questi studi nei successivi anni. Tuttavia, la sua vera passione rimase nell'ambito delle faune fossili mesozoiche e Parona contribuì notevolmente a questa tematica con due pubblicazioni dedicate ai fossili del Triassico e del Cretacico. Nel 1935 Parona descrisse diverse specie di rudiste raccolte da Ardito Desio durante una delle sue spedizioni in Persia. Infine, Parona dedicò molte delle sue monografie alla sua amata terra d'adozione, il Piemonte, tra le quali anche monografie a carattere generale e divulgativo come "Caratteri ed aspetti geologici del Piemonte" del 1922 e "Il Piemonte e i suoi paesaggi" del1935. Le ricerche sui Radiolari rinvenuti nei diaspri di Cesana Torinese, gli hanno poi permesso la datazione corretta dei calcescisti alpini al Mesozoico anziché al Paleozoico, dando un contributo fondamentale alla comprensione della geologia delle Alpi Occidentali.

Parona non trascurò neppure gli aspetti applicativi della geologia, contribuendo a studi idrogeologici per l'approvvigionamento di acqua potabile nel Vercellese, all'analisi delle sorgenti termominerali e a progetti per le comunicazioni ferroviarie tra Torino e la Svizzera, oltre a numerose applicazioni nel settore agrario. La vasta produzione scientifica di Parona, che comprende oltre 180 pubblicazioni, si estende ben oltre i confini italiani.

La sua straordinaria competenza scientifica lo portò a essere eletto membro di importanti accademie dell'epoca. L'Accademia dei Lincei gli conferì un Premio Reale nel 1904. Fu Membro dell'Istituto Lombardo e dell'Accademia delle Scienze di Torino, in cui ricoprì la carica di socio nazionale a partire dal 1899 e di Presidente dal 1928, una posizione che mantenne anche dopo il completamento di ciascun mandato triennale. Nel 1908, il governo Giolitti riconobbe la sua profonda conoscenza della geo-paleontologia italiana nominandolo Presidente del Regio Comitato Geologico d'Italia; mantenne questa carica fino al 1925.

Fu Socio fondatore della Società geologica italiana e per ben due volte, nel 1901 e nel 1913, venne eletto Presidente organizzando le adunanze estive rispettivamente a Brescia e a L'Aquila. Di quest'ultima ricordiamo le numerose escursioni documentate nel Bollettino della Società geologica del 1913, organizzate da Camillo Crema, allievo prediletto di Parona, in varie località d'Abruzzo da Amiterno alle miniere di bitume di Lettomanoppello, a Campotosto, Scanno e Sulmona e alla Cascata delle Marmore.

Carlo Fabrizio Parona morì a 84 anni nel gennaio 1939 a Busto Arsizio.
 

FONTI E BIBLIOGRAFIA
Candela A. (2014) - Parona, Carlo Fabrizio. Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 81.
Sacco F. (1939) - Carlo Fabrizio Parona. Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino 28 pp.

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