Francesco Bassani (Thiene 29/10/1853 – Capri 26/04/1916)

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Società Geologica Italiana

a cura di ERIC PAVAN

Nacque a Thiene in provincia di Vicenza, nell'allora Regno Lombardo – Veneto. Il padre Antonio, maestro elementare originario di Conca di Rame (RO), giunse a Thiene attorno ai vent'anni. Si sposò in seconde nozze, nel 1847, con Anna Maria Maddalena Brolis, di famiglia possidente.
Essendo il padre a servizio del nobile Commendatore Guardino Colleoni – Porto, forse come tutore privato, Francesco e i suoi fratelli crebbero in un ambiente culturalmente vivace.

Nel 1875 conseguì la laurea con onore in Scienze Naturali presso l'Università di Padova, ove divenne subito assistente di mineralogia e geologia di Giovanni Omboni, che gli affidò l'incarico di riordinare le collezioni geo-paleontologiche e mineralogiche, tra cui quella donata dall'esimio Achille De Zigno.

In collaborazione con il prof. G. Canestrini - zoologo evoluzionista - nel 1878 tradusse l'opera di Charles Darwin "L'espressione dei sentimenti nell'uomo e negli animali". Questo importantissimo lavoro di traduzione gli valse una borsa di studio alla Sorbona di Parigi, dove seguì i corsi di Herbért, di Gaudry e Sauvauge. Ottenne quindi un'altra borsa di studio per l'anno 1879, che svolse in parte a Monaco di Baviera presso la scuola di paleontologia di Zittel, e poi a Vienna dove studiò paleontologia con Melchior Neumayr e geologia con Eduard Suess.

Rientrato in Italia, insegnò per otto anni in alcuni istituti scolastici di Padova e di Milano, dove conobbe l'abate Stoppani, del quale divenne stretto collaboratore.

Il 30 settembre 1880 si sposò con Elisabeth Agnes Everdina Dowes Dekker, figlia dello scrittore olandese Eduard noto con lo pseudonimo di Multatuli, abile disegnatrice che realizzò gran parte delle illustrazioni dei pesci fossili delle sue pubblicazioni.

Nel 1882 divenne professore Ordinario di Mineralogia e Geologia e nel 1883 conseguì l'abilitazione alla libera docenza presso l'Università di Padova. Nel 1887 ricevette un premio di 3.000 Lire dal Ministero dell'Istruzione per gli innovativi studi sugli scisti bituminosi del Triassico lombardo. Il 25 Febbraio 1887 fu nominato professore straordinario di Geologia presso l'Università di Napoli.

Durante la sua lunga carriera si occupò principalmente di paleoittiologia, campo in cui divenne autorità riconosciuta a livello internazionale. La prima ricerca dal titolo "Studio dei pesci fossili del calcare eocenico di M. Bolca" venne pubblicata nel 1875. La sua produzione scientifica consta di oltre cento lavori, di cui circa 50 di paleoittiologia, corredati dalle belle illustrazioni realizzate dalla moglie.

Si menzionano inoltre i suoi studi innovativi sul Triassico, sino ad allora poco studiato in Italia. Fu uno dei primi studiosi ad utilizzare il concetto di datazione relativa degli strati, introducendo il concetto di fossili guida, per la datazione biostratigrafica delle età delle varie formazioni. Gli studi sui fossili e sull'età degli scisti bituminosi di Monte Pettine presso Giffoni Valle Piana (SA) e la descrizione dell'ittiofauna della Dolomia Principale di Giffoni aprirono nuove prospettive in quel settore dell'Appennino meridionale, rivelando estesi affioramenti di unità triassiche sino ad allora non identificati.

Notevole la grande monografia sui pesci di Lesina pubblicata dall'Accademia delle Scienze di Vienna nel 1883, con 16 tavole illustrative a corredo, che venne premiata con la medaglia d'oro dalla Accademia Nazionale delle Scienze - detta dei XL.

Effettuò approfondite ricerche sulle faune cretaciche della regione alpina veneta, dell'Istria e Dalmazia, in Campania (Castellammare) e Sicilia (Capo d'Orlando). Importanti gli studi sul Triassico superiore del veronese e del Trentino, in cui ipotizzò tra l'altro la probabile esistenza del genere Carcharodon nel mare del Titoniano.

Approfondì le conoscenze delle faune fossili nel calcare eocenico del torrente Chiavon e di Salcedo (VI). Si occupò dei "depositi ittioliferi" negli scisti bituminosi di Besano in Lombardi; e poi ancora dei fossili dei calcari bathoniani di Gassino Torinese stabilendone l'età corretta, delle marne stampiane di Ales in Sardegna, delle argille pleistoceniche del bacino di Taranto e di Nardò e della "pietra leccese".

Spaziò anche nella paleontologia dei vertebrati, studiando una zanna fossile di Elephas meridionalis trovato nelle sabbie gialle di Salsomaggiore. In collaborazione con G. Galdieri, applicò le sue conoscenze allo studio degli scavi archeologici dell'isola di Capri (1910) per verificare la contemporaneità tra i resti fossili di mammiferi ed i manufatti preistorici di selce e quarzite scoperti nel sito. Si interessò anche di nuove norme edilizie in chiave antisismica, di metodi ammendanti per l'agricoltura, di idrogeologia ed altro ancora.

Descrisse l'enorme eruzione del Vesuvio del 1906 e i danni causati alle strade, alla rete elettrica, all'Osservatorio vesuviano ed all'agricoltura. In suo onore, nel 1906 venne dato il nome di "bassanite" ad un nuovo minerale scoperto nella tefrite leucitica del Vesuvio.

Tra i tanti temi di geologia applicata si occupò, marginalmente, dell'estrazione dell'ittiolo utilizzato come unguento per malattie della pelle.

Si dedicò con grande impegno all'insegnamento e alla divulgazione delle conoscenze, redigendo anche un testo di Zoologia per le scuole secondarie.

Fu uomo umile e intelligente, grande estimatore delle scienze e degli scienziati italiani e stranieri. Molte testimonianze riportano la sua bontà d'animo e i modi gentili, nonché il rapporto speciale di affetto verso i suoi studenti, dai quali era profondamente stimato e rispettato.
Negli anni in cui tenne la cattedra presso l'Università di Napoli riordinò le collezioni petrografiche e paleontologiche e ne allestì l'esposizione creando anche il museo, laboratori e spazi dedicati alla ricerca.

Fu membro del Regio Comitato Geologico, Socio dell'Accademia dei Lincei e membro della Società Geologica d'Italia di cui fu Presidente nel 1898. In quell'anno organizzò con Giuseppe De Lorenzo il congresso societario a Lagonegro in Basilicata, contribuendo così a far conoscere quei luoghi.

Tutto il suo operato di docente, ricercatore e di uomo fu condizionato dal suo forte senso del dovere, profondamente legato al lavoro e alla famiglia con la quale ogni anno tornava a ricongiungersi nella natia Thiene finché la salute glielo permise.

All'età di cinquant'anni gli venne diagnosticato il diabete; da allora lentamente si aggravò e morì a 62 anni per una sopraggiunta nefrite all'isola di Capri, presso cui amava soggiornare per trovare serenità e sollievo ai suoi malanni.

Per ricordare l'illustre cittadino, la Città di Thiene, con Delibera consiliare del 27 giugno 1917, gli dedicò l'allora via Circonvallazione al Bosco, rinominata "Viale Bassani". Nei primi anni '50 gli venne intitolato il nuovo plesso scolastico delle Scuole Medie che ancora oggi porta il suo nome.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Gliozzi M. (1970) - Bassani, Francesco. Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, vol. 7. https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-bassani_%28Dizionario-Biografico%29/
D'Erasmo G. (1916) - Cenno necrologico del socio Francesco Bassani. Bollettino della Società Geologica Italiana, 35, XLIX-LXXVI
Parona C. F. (1915-16) - Francesco Bassani. Cenno necrologico. Atti R. Accad. delle Scienze di Torino, LI, 945-950.
De Lorenzo G. (1916) - Commemorazione letta nell'adunanza del 6/5/1916 del socio F. Bassani. Napoli, 1916.
D'Erasmo G. (1916) - Commemorazione. R. Istituto Geologico dell'Università, Napoli. 24 giugno 1916.
Meschinelli L. (1915-16) - In memoria di Francesco Bassani. Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, s. 8, XVIII, 81–93.
Parona C.F. (1916) - Bassani Francesco: necrologia. Bollettino del R. Comitato Geologico d'Italia, 46, 89-102.

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