Gaetano Giorgio Gemmellaro (Catania 25/02/1832 – Palermo 16/03/1904)

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Società Geologica Italiana

A cura di Agata DI STEFANO (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Compì studi di medicina sul volere del padre Carlo, anch'egli laureato in medicina, ma più noto come naturalista e geologo, pioniere dello studio dell'Etna, docente di Storia Naturale, Mineralogia e Geologia presso l'Università di Catania, di cui fu anche Rettore nel 1847.

Gaetano Giorgio, eclettico scienziato dai molteplici interessi, si specializzò nel 1854 in oftalmologia a Napoli, dove frequentò il docente di Mineralogia Arcangelo Scacchi, che lo incoraggiò a seguire la sua passione per le Scienze Naturali e la Geologia. Da diversi anni infatti, aveva iniziato a pubblicare brevi memorie su argomenti di Mineralogia e Geologia, testi che gli permisero di ottenere, nel 1856, la supplenza della cattedra di Geologia presso l'Università di Catania, lasciata dal padre Carlo colpito da un tumore alla gola. Nel 1858 fu nominato, nella medesima università, professore straordinario di Geologia e Mineralogia e fu tra i fondatori dell'Accademia Gioenia di Catania, del cui Giornale fu a più riprese direttore e redattore.

Singolare il suo rapporto scientifico con sir Charles Lyell, considerato uno dei padri della Geologia, con cui condivise l'interpretazione del sollevamento dell'Etna, dovuto al sovrapporsi di successive colate, confutando l'ipotesi iniziale di un sollevamento cataclismatico sostenuta dal francese Élie de Beaumont, ma con cui entrò in contrasto per vedute diverse sull'evoluzione della Val di Noto. Sostenitore di posizioni gradualiste anche nel campo dell'evoluzione, in netta contrapposizione con le teorie catastrofiste molto in voga in quegli anni, criticava gli studiosi stranieri che pretendevano di formulare teorie basate su conoscenze superficiali dei "suoi" luoghi.

I suoi rapporti con Lyell gli valsero l'incarico, affidatogli dal governo britannico e dalla Royal Institution, di eseguire il rilevamento geologico delle isole Canarie, incarico che non portò mai a compimento perché, la notizia dello sbarco di Garibaldi in Sicilia, appresa a Marsiglia proprio in procinto di partire per le Canarie, lo indusse a tornare precipitosamente in patria. Qui si unì a una squadra di garibaldini guidata dal fratello Ferdinando, prendendo parte ad alcuni fatti d'arme del Risorgimento Siciliano nel 1860.

Tale esperienza gli procurò una serie di incarichi politici e accademici, tra cui il ruolo di Segretario di Stato alla Pubblica Istruzione e la nomina a Professore Ordinario di Geologia presso l'Università di Palermo, di cui fu anche Rettore, tra il 1874 e il 1876, e tra il 1880 e il 1883.

Lavoratore tenace e ricercatore estremamente sobrio, non si fece scoraggiare dallo stato di abbandono delle pur scarse collezioni di minerali e fossili dell'ateneo palermitano, ma al contrario creò la prima collezione universitaria di geologia e paleontologia fondando, nel 1866, il museo che oggi porta il suo nome.

Consapevole delle scarse conoscenze geologiche in Sicilia, propose di dirigere il rilevamento delle aree delle miniere di zolfo, ma il progetto naufragò per mancanza di finanziamenti. Componente, insieme al padre, di una commissione di geologi invitati, dal ministro Filippo Cordova a Firenze nel 1861, a intraprendere la realizzazione di una Carta geologica del Regno d'Italia, solo nel 1877 fu incaricato di sovrintendere il lavoro di rilevamento della Sicilia, affidato alla direzione tecnica dell'ingegnere Luigi Baldacci.

Instancabile anche nell'attività politica, sedette nel Consiglio comunale della città di Palermo, ricoprendo anche l'incarico di assessore all'Istruzione pubblica, e nel 1892 venne nominato senatore per la XVIII legislatura.

Scienziato di caratura internazionale, pur mantenendo contatti personali ed epistolari frequenti con geologi e naturalisti di tutta Europa, non perse occasione di manifestare il suo attaccamento alla terra d'origine, in cui svolse quasi tutta la sua attività. Le sue opere eclettiche ne testimoniano la passione per i diversi campi delle Scienze della Terra, spaziando dalla vulcanologia alla paleontologia, attraverso la mineralogia e la geologia di terreno, non trascurando altre passioni quali l'archeologia, la numismatica, la letteratura e poesia dialettale, la storia locale e l'arte in genere. I suoi studi di paleontologia, con cui dimostra le similitudini tra faune siciliane, alpine e appenniniche, nonché con associazioni rinvenute in Tibet e in Texas, con i suoi accurati elenchi e le dettagliate descrizioni, sono ancora di estrema attualità.
Fu Presidente della Società Geologica Italiana nel 1891.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
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