Alberto Pelloux (Crema, CR 10/12/1868- Bordighera, IM 23/02/1948)

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Società Geologica Italiana

A cura di Luca BARALE e Pietro MOSCA (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Nacque nel 1868 a Crema, primogenito della Contessa Caterina Terni de Gregory e del Generale Luigi Pelloux. Il padre, Senatore del Regno d'Italia, fu anche Presidente del Consiglio (1898-1900) e più volte Ministro dell'Interno e Ministro della Guerra. Seguendo le orme paterne, intraprese la carriera militare e nel 1906 entrò nel Corpo di Stato Maggiore con il grado di Capitano. Nell'agosto del 1890, allora Tenente degli Alpini, guidò la prima ascensione 'militare' del Monte Bianco, compiuta da un reparto in armi del battaglione "Aosta" (Vita, 1981). Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, raggiungendo il grado di Tenente Colonnello e diventando Capo di Stato Maggiore di una divisione. Nel 1919 ottenne il congedo definitivo dall'Esercito.

Fin da giovane aveva coltivato la passione per le scienze geologiche, e per la mineralogia in particolare, a cui si era dedicato in parallelo alla carriera militare. Dal 1898 al 1901 frequentò l'Istituto di Mineralogia dell'Università di Roma, sotto la guida di G. Strüver e F. Millosevich. Nel 1906 fu nominato Direttore della Sezione di Mineralogia e Geologia del Museo di Storia Naturale di Genova (di cui sarebbe diventato Conservatore Onorario nel 1919), dedicandosi al riordino e allo studio delle collezioni mineralogiche donate da L. Pareto e G.B. Traverso. Nel 1908 ottenne la libera docenza in Mineralogia presso l'Università di Pisa. Insegnò quindi Mineralogia e Mineralogia Applicata presso il Museo di Storia Naturale di Genova e presso l'Università di Genova, di cui diresse l'Istituto di Mineralogia nell'a.a. 1938-39.

Autore di oltre 80 pubblicazioni scientifiche, diede notevoli contributi alla mineralogia sistematica, segnalando e descrivendo numerose specie minerali, molte nuove per l'Italia. I suoi studi riguardarono soprattutto la mineralogia della Sardegna (cui dedicò ben 20 lavori), della Liguria, della Valle d'Aosta, del Piemonte e della Toscana. Dedicò una parte importante della sua attività alla geologia mineraria, in particolare alla ricerca di materie prime per l'industria siderurgica. Negli anni 1917-19, su incarico del Ministero delle Armi e Munizioni, studiò diversi giacimenti metallici italiani, e, al termine della guerra, fu inviato a seguire la consegna delle miniere di Idria (oggi in Slovenia) e dell'Alto Adige nei territori conquistati all'Impero Austro-ungarico. Nel 1920 divenne dirigente del Servizio Minerario della società Ansaldo, per conto della quale diresse i lavori di ricerca e coltivazione di numerosi giacimenti di minerali metallici in Italia e all'estero (Albania, Spagna). Sotto il suo impulso si sviluppò la coltivazione dei depositi di manganese della Liguria orientale e dell'unica miniera di molibdeno italiana (Gonnosfanadiga, Sardegna), e si avviò nel nord del Piemonte l'estrazione di minerali delle argille per la produzione di refrattari e di 'terre da fonderia'. Nel 1922 assunse la direzione delle ricerche di acque e minerali radioattivi a Lurisia (dove nel 1918 aveva accompagnato Marie Curie in cerca di possibili giacimenti di radio), contribuendo alla realizzazione della locale stazione termale. Membro di numerose società scientifiche, nel 1934 fu eletto presidente della Società Geologica Italiana e ne organizzò il congresso annuale tenutosi a Sestri Levante.

A Bordighera, dove spesso soggiornava nella casa di famiglia, strinse amicizia con Clarence Bicknell (con lui nella fotografia), botanico e studioso delle celebri incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, con il quale condivise nel corso degli anni innumerevoli escursioni naturalistiche nelle Alpi Marittime. Nel corso della sua lunga attività, raccolse una collezione mineralogica di oltre diecimila esemplari, donata dalla sua famiglia all'Istituto di Mineralogia dell'Università di Bari dopo la sua morte avvenuta nel 1948 a Bordighera. Nel 2001 è stata a lui dedicata una nuova specie minerale, la pellouxite, solfosale di piombo e antimonio rinvenuto nella miniera di Buca della Vena nelle Alpi Apuane (Orlandi et al., 2004).
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Abbolito E. (1949) - Alberto Pelloux (necrologia). Periodico di Mineralogia, 18, pp. 1-6 (con elenco delle pubblicazioni)
Bernardini E. (2003) - Il carteggio di Clarence Bicknell con Alberto Pelloux. Lettere scelte dal 1902 al 1917. In D. Gandolfi - M. Marcenaro (a cura di), Clarence Bicknell. La vita e le opere, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, pp. 172-179
Canadelli E. (2015) - Pelloux, Alberto. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 82, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani
D'Elia C. (2015 -) Pelloux, Luigi Girolamo. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 82, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani.
Lester V. (2018) - Marvels. The life of Clarence Bicknell. Botanist, Archaeologist, Artist. Matador, Leicester (UK)
Magistretti L. (1948) - Alberto Pelloux. Rendiconti della Società Mineralogica Italiana 5, pp. 29-38 (con elenco delle pubblicazioni)
Mottana A., Nastasi P. (2015) - Hunting for Radium in Italy during the First World War: Marie Curie and Italian mineralogists and geologists. Rend. Online Soc. Geol. It., 36, pp. 94-98
Orlandi P., Moëlo Y., Meerschaut A., Palvedeau P., Leone P. (2004) - Lead-antimony sulfosalts from Tuscany (Italy). VI. Pellouxite, ~(Cu,Ag)2 Pb21 Sb23 S55 Cl O, a new oxy-chloro-sulfosalt from Buca della Vena mine, Apuan Alps. European Journal of Mineralogy 16(5), 839-844.
Penta F. (1957) - Alberto Pelloux. Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, serie 8, 23 (appendice), pp. 27-30 (con elenco delle pubblicazioni)
Sanero E. (1951) - Alberto Pelloux. Annali del museo civico di storia naturale Giacomo Doria, 64, pp. 331-334 (con elenco delle pubblicazioni)
Vita A. (1981) - Monte Bianco 1890. L'Alpino, 62 (9), pp. 18-19

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