Alessandro Martelli (Caltanissetta 25/11/1876 - Firenze 5/10/1934)

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Società Geologica Italiana

A cura di Alessio ARGENTIERI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Nacque casualmente in Sicilia, dove il padre ingegnere Federico, già seguace di Garibaldi, si trovava per motivi di lavoro. La famiglia di proprietari terrieri era toscana di Vinci, cittadina in cui Alessandro passò l'infanzia e la gioventù, completandovi il percorso scolastico. Presso la Facoltà di Scienze dell'Istituto di studi superiori di Firenze conseguì la laurea in scienze naturali nel 1900, e subito divenne assistente volontario del suo maestro Carlo De Stefani. Nel 1904 ottenne la libera docenza in geologia e nel 1906 fu nominato assistente al gabinetto di mineralogia dello stesso Istituto fiorentino, progredendo ad Aiuto nel 1910. Nella prima decade della sua carriera scientifica si dedicò a temi di geologia stratigrafica, paleontologia e geografia fisica del margine adriatico orientale, dalla Dalmazia sino al Montenegro e all'Albania, e dell'arcipelago delle Ionie. Sotto la guida di Federico Millosevich, divenuto titolare della cattedra di mineralogia e direttore del Laboratorio a Firenze, le ricerche di Martelli virarono su temi petrografici, con studi su affioramenti cristallini in Appennino settentrionale, sulle isole di Ustica, di Nisiro e delle Sporadi meridionali.

La partecipazione alla guerra contro la Turchia nel 1911 lo portò a compiere osservazioni geo-petrografiche nelle isole di Rodi (dove scoprì la presenza di cromite) e del Dodecaneso. Con la nascita nel 1913 del Regio Istituto Superiore Forestale Nazionale di Firenze, che assorbì l'omologa struttura di Vallombrosa, Martelli vinse il concorso per professore straordinario di mineralogia e geologia applicata, sotto la direzione di Arrigo Serpieri; nel 1924 l'Istituto sarebbe poi confluito nell'Università di Firenze appena fondata. Nel nuovo ruolo iniziò ad occuparsi di pedologia, di agraria e di sistemazioni idraulico-forestali di terreni montani.

Alessandro, convinto interventista, fu combattente nella Grande Guerra; arruolatosi volontario nel Regio Esercito, fu destinato al fronte dell'Isonzo con il grado di tenente, ottenendo poi sul campo la promozione a capitano. Sul finire del 1917 Millosevich, che gestiva l'Ufficio invenzioni e ricerche per il reperimento di materie prime del Ministero delle Armi e Munizioni costituito dal Governo Boselli, ne ottenne il trasferimento presso tale struttura; qui fu incaricato di ricerche minerarie in Sardegna, data l'esigenza di tungsteno, manganese e molibdeno per l'industria bellica. Di lì in avanti, il tema delle ricerche geologiche applicate al reperimento di materie prime per il fabbisogno nazionale fu sempre più al centro dei suoi interessi.

Dopo la guerra Martelli divenne professore ordinario di mineralogia e geologia forestale presso l'Istituto di Firenze; in quegli anni iniziò il suo attivismo politico, su posizioni conservatrici a difesa della classe latifondista a cui apparteneva ed in contrapposizione alle crescenti rivendicazioni dei braccianti agricoli. Fu naturale la sua adesione al fascismo sin dagli albori e la partecipazione alla Marcia su Roma. Nel regime ricoprì cariche di rilievo crescente: da console, console generale e luogotenente della Milizia volontaria, fu parlamentare del PNF per un decennio, nella XXVII e XXVIII Legislatura del Regno d'Italia, ed infine senatore nel 1934. A livello governativo fu dapprima Sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni (1926-28) e poi Ministro dell'Economia Nazionale (1928-29), succedendo all'ingegner Giuseppe Belluzzo di cui era stato stretto collaboratore; in tale veste sostenne anche gli interventi di bonifica delle pianure paludose e malariche. Nel 1928 egli era stato nel frattempo chiamato all'unanimità all'Università di Roma- Facoltà di Scienze come titolare della cattedra di geologia.

In virtù delle competenze tecnico-scientifiche e della convinta fede fascista, Martelli ebbe un ruolo di primo piano nelle scelte del regime di Mussolini su politica economica e risorse energetiche, il cui fabbisogno dagli anni Venti era diventato una priorità. Era infatti forte l'esigenza di emancipazione dall'importazione di materie prime e combustibili per lo sviluppo industriale e dei trasporti. Sull'onda dello scandalo che nel 1925 coinvolse la società petrolifera americana Sinclair Oil, concessionaria per la ricerca di risorse nel sottosuolo nazionale, nel 1926 fu istituita l'Azienda Generale Italiana Petroli, compagnia di Stato inizialmente concentrata sul commercio di idrocarburi e non sulla ricerca ed estrazione; primo presidente fu l'ingegner Ettore Conti, mentre Martelli fu designato membro del comitato tecnico e capo della commissione ministeriale per le ricerche minerarie. Fu lui stesso, nel periodo al vertice del Ministero dell'Economia Nazionale, ad ottenere che l'AGIP passasse sotto la giurisdizione di quel dicastero. Finita nel 1929 l'esperienza di governo, nel 1932 fu infine nominato presidente dell'AGIP, dando impulso alle ricerche di giacimenti di idrocarburi in Albania e in Pianura Padana; per dedicarsi a questo tema fu addirittura temporaneamente esonerato dall'insegnamento con provvedimento governativo. Nel contempo era anche al vertice del Comitato Geologico del Consiglio Nazionale delle Ricerche; in tale veste diede impulso all'aggiornamento della bibliografica geologica italiana, affidato a Michele Gortani; promosse anche la ripresa della cartografia geologica nazionale e la pubblicazione di quella delle colonie africane, di cui furono invece incaricati Ardito Desio (Libia) e Giuseppe Stefanini (Eritrea e Somalia). Fu anche animatore di ricerche applicate su caolino e materiali refrattari.
Nel pieno impegno in questi incarichi, che lo distolsero dall'attività di ricerca, Alessandro Martelli morì a Firenze, non ancora cinquantottenne, il 5 ottobre del 1934.

Fu autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche; negli ultimi anni produsse invece vari scritti su temi politico-economici. Ricevette premi e onorificenze, tra cui: Premio Reale per la mineralogia e la geologia dell'Accademia dei Lincei grazie alle sue ricerche su Dalmazia, Montenegro e Isole Jonie (1906); Commendatore della Corona d'Italia e Croce al merito di guerra, dopo il conflitto italo-turco. Fu socio della R. Accademia nazionale dei Lincei, dell'Accademia dei Georgofili di Firenze, dell'Accademia delle scienze di Bologna, dell'Istituto lombardo di scienze e della Società Geologica Italiana, di cui fu presidente nel 1933 organizzando la riunione estiva a Rodi e nell'Egeo.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Camera dei Deputati- portale storico https://storia.camera.it/deputato/alessandro-martelli-18761125/interventi#nav
Checchia-Rispoli G. (1935) - Alessandro Martelli. Annuario della R. Università degli studi di Roma per l'a.a. 1934-35, pp. 8, 499 s.
Gortani M. (1937) - Alessandro Martelli. Cenni commemorativi. Bollettino del R. Ufficio geologico d'Italia, vol. LXI (1936), 9 pp. (con elenco delle pubblicazioni)
Millosevich F. (1934) - Alessandro Martelli. La Ricerca scientifica, V, vol. 2, pp. 3-10
Tarquini A. (2008) - Martelli, Alessandro. Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-martelli_(Dizionario-Biografico)/

 

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