Enzo Beneo (Carrara, 2 agosto 1903 – 10 agosto 1988)

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Società Geologica Italiana

A cura di Marco PANTALONI e Giancarlo BENEO
 
Enzo Beneo ha trascorso la prima infanzia a Parigi dove si trovava a seguito del padre Andrea, scultore, e dove acquisì la padronanza del francese, allora la lingua internazionale, e una visione cosmopolita che caratterizzò la sua vita.

Tornato in Italia alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, completò gli studi universitari nel 1928 all'Università di Roma, laureandosi in Ingegneria mineraria avendo come maestro Augusto Stella e assolvendo, nel frattempo, anche gli obblighi di leva come Allievo Ufficiale alla Scuola di Artiglieria di Bra (CN), che vennero interrotti per motivi familiari.

Venne assunto come Capo Servizio nella miniera di zolfo di Perticara in provincia di Pesaro, esperienza che gli lasciò un amaro ricordo soprattutto per le condizioni di lavoro dei minatori.

Nel 1931 fu nominato Assistente di Augusto Stella ma, essendo nel frattempo iniziata l'attività di rilevamento del foglio geologico 92-93 Albenga-Savona, decise di abbandonare la tecnica mineraria e di dedicarsi alla ricerca geologica con il direttore del foglio Domenico Zaccagna, del quale fu suo unico allievo. Nel 1932 venne assunto nei ruoli del R. Ufficio Geologico, insieme ad altri colleghi tra i quali Giovanni Merla e Francesco Scarsella. L'obiettivo dell'Ufficio geologico, in quel periodo, era quello di completare il rilevamento dell'Appennino centro-meridionale, al quale Beneo contribuì egregiamente sia per la rapidità dei suoi lavori che per i risultati conseguiti.

Tra il 1933 e il 1939 eseguì da solo il rilevamento dei fogli 146 Sulmona (ad eccezione della Piana di Fiuggi) e 151 Alatri della Carta geologica in scala 1.100.000, con particolare riferimento alla struttura tettonica e alle successioni meso-cenozoiche dei Monti Simbruini ed Ernici, dei rilievi della Valle Roveto e della Valle del Sagittario. L'Appennino centrale era considerato, in quel periodo, un'area particolarmente complessa da un punto divista stratigrafico e strutturale, soprattutto per la scarsità degli studi disponibili.
Nella primavera del 1936 riprese il servizio di leva nel 13° Reggimento Artiglieria di Roma e venne inviato per manovre proprio nell'Appennino Laziale-Abruzzese; essendo un reggimento "a cavallo", ne ricavò una straordinaria abilità ippica che sfruttò appieno in quei rilevamenti e nei successivi lavori, soprattutto in Sardegna dove, insieme a Scarsella, fu incaricato del rilevamento in Ogliastra e in Barbagia, promossi dall'Azienda Carboni Italiani.

Prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Beneo partì volontario e fu destinato come Ufficiale di Artiglieria della Divisione Ferrara di stanza a Tepelenë (Albania) dove, quando libero dagli obblighi di servizio, ebbe modo di compiere studi sulle successioni cretacico-eoceniche. Tuttavia, allo scoppio della guerra e prima dell'apertura del fronte greco-albanese, fu richiamato in patria e congedato.

Rientrato in Italia nel 1941, effettuò diverse campagne di ricerche minerarie per fini bellici nel Sarrabus, in Sardegna, nel litorale laziale per studi sulle sabbie ferrifere di Ostia, nelle Alpi Apuane e all'Isola d'Elba insieme a Livio Trevisan e Giovanni Merla. Il lavoro all'Elba venne interrotto nel 1943, quando Beneo si trasferì a Bergamo, e fu ripreso in seguito con nuove osservazioni personali di carattere giacimentologico.

Nell'immediato dopoguerra venne sospeso, in applicazione delle norme sull'epurazione, dal servizio nell'Ufficio geologico e, nel 1946, venne segnalato da geologi e ingegneri operanti in Italia e negli USA (Maddalena, Bellugi, Veneziani, Fenzi - quest'ultimo trapiantato da decenni in California) alla Mac Millan Oil Co. di Los Angeles e incaricato di seguire campagne con finalità di ricerca petrolifera in Sicilia, dove maturò idee alla base delle sue sintesi sulle condizioni strutturali dell'isola, ma anche dell'intera penisola. Nel 1948 venne riammesso in servizio all'Ufficio geologico e destinato in Sicilia, dove ebbe come allievo Alfredo Jacobacci; qui gli studi proseguirono con l'ausilio della geofisica sviluppata dalla Compagnie Générale de Géophysique di Parigi.

Nel 1950 vinse il concorso per la Direzione dell'Ufficio geologico, trovandosi a dover riorganizzare l'Ufficio dopo anni di abbandono da parte degli organi di governo e di amministrazione. Compito principale di Beneo fu quello di riorganizzare la produzione cartografica nelle aree ancora incomplete (per es. le Alpi centrali e l'Appennino meridionale) e aggiornarla in quelle ormai obsolete (Calabria e Sicilia).

Si prodigò per garantire una crescita in termini di personale e di impegno professionale del Servizio Geologico, prospettando un'autonomia funzionale come Ente di pubblica utilità, trovando però forti resistenze da parte degli organi decisionali e dall'Accademia.
Nonostante ciò, si impegnò per lo sviluppo dei laboratori, soprattutto quello di micropaleontologia, e delle ricerche geofisiche, per le quali definì un'apposita Sezione adottando il rilevamento gravimetrico dell'intera penisola in scala 1:100.000.

Fu grazie a Beneo che si riuscì ad attivare il rilevamento della Sicilia grazie all'affiancamento del personale del Servizio geologico con geologi dell'AGIP e dell'Ente Zolfi Italiani, che portò alla pubblicazione della Carta geologica della Sicilia in scala 1:250.000, così come la partecipazione del Servizio al progetto della Cassa per il Mezzogiorno per dotare la Calabria di una carta geologica a carattere applicativo da stampare alla scala di 1:25.000, che venne completata in tempi relativamente brevi grazie all'uso, allora innovativo, della fotografia aerea.

All'inizio degli anni '50, a seguito del ritrovamento del petrolio in Algeria (Laghouat, Ouargla) da parte dei francesi, Beneo si fece inviare in missione in Algeria e Marocco, per eseguire studi sull'Atlante e sul Riff.

Dopo il ritrovamento del petrolio in Italia meridionale e in Sicilia (Gela), fu chiamato a rappresentare l'Italia al Congresso Mondiale del Petrolio che si tenne a New York nel 1959 e a tenere relazioni ufficiali anche al successivo Congresso Mondiale di Roma.
Sotto la sua direzione, il Servizio geologico fornì assistenza alle pubbliche amministrazioni nel campo della geologia applicata, rafforzando i legami con il Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio dei movimenti franosi e di progetti di dighe, creando i presupposti per la nascita di una specifica Direzione di geologia applicata nel Servizio Geologico.

Sul finire degli anni '50, Beneo collaborò con l'Onorevole Fiorentino Sullo per l'approvazione della Legge per il completamento della Carta geologica d'Italia che permise, negli anni '70, di concludere il progetto di cartografia geologica in scala 1:100.000 del territorio italiano. Tuttavia, nonostante i risultati ottenuti, il clima di polemica e, talvolta, di scontro aperto che non garantivano la tranquillità di un lavoro collegiale come quello del Comitato geologico, lo spinsero nel 1966 a dimettersi dall'incarico di Direzione del Servizio, avendo comunque raggiunto il massimo dell'anzianità di servizio.

Da quel momento, si dedicò allo studio di problemi geologico-tecnici; tra questi incarichi vanno ricordati quelli del 1969 per la partecipazione al concorso per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, gli studi compiuti per la realizzazione dell'autostrada Roma - L'Aquila - Pescara e per la galleria del Gran Sasso, per le sorgenti del Peschiera, per la direttissima ferroviaria Roma - Firenze, ma anche per ricerche in Jugoslavia, Libano e Camerun.

Membro dell'Accademia delle Scienze di Torino, membro effettivo di tutte le sezioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Beneo fu direttore del Servizio Geologico d'Italia dal 1950 al 1966 e Presidente dalla Società Geologica Italiana nel 1953.
Conseguì la patente di guida a 55 anni di età e divenne abile e spericolato automobilista. Scoprì il piacere di adoperare la cinepresa nel 1952 e fece ottimi reportages e documentari. Ottimo fotografo e abilissimo disegnatore, volle cimentarsi anche nella pittura a olio sotto la guida del prof. Alfonso Di Pasquale.
 
BIBLIOGRAFIA
Console F., Pantaloni M. & Tacchia D. (Eds.) (2016) - La cartografia del Servizio Geologico d'Italia. Mem. Descr. Carta Geol. d'It., 100, ISPRA-Servizio Geologico d'Italia, Roma, 300 pp.
Galleni Pellegrini R.M. (2009) - Enzo Beneo: dai marmi delle Alpi Apuane ai rilevamenti geologici dell'Appennino Abruzzese. Notizie dalla Dèlfico, anno XXIII, 1-2, 34-38.
Jacobacci A. (1989) - Ricordi di Enzo Beneo. Boll. Serv. Geol. It., 108, 241-250.
Moretti A. (1990) - Ricordo di Enzo Beneo. Rend. Soc. Geol. It., 13, 155-166.
 
 

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