A cura di Fabiana CONSOLE (Sezione di Storia delle Geoscienze)
Gioacchino De Angelis d'Ossat conseguì la laurea in Scienze Naturali nel giugno del 1891 e nel febbraio dell'anno successivo vinse una prestigiosa borsa di studio annuale (L. 75 mensili) presso la Regia Università di Roma, erogata della fondazione Corsi. Venne quindi nominato assistente del Prof. Alessandro Portis al Gabinetto di Geologia, incarico che conservò, nonostante una poliedrica carriera, fino al 1909.
Sempre nell'ateneo romano nel 1896 ottenne l'insegnamento di Mineralogia alla facoltà di Farmacia e l'anno successivo prese l'abilitazione alla libera docenza di Geologia e dal 1897 al 1900 insegnò Geologia applicata all'igiene, Geologia agricola nel biennio 1900-01 e Geografia fisica dal 1903 al 1908.
Si occupò di geologia applicata e, tra le tante perizie che gli furono affidate, ricordiamo quella del crollo di un muro e di parte dell'abitato in prossimità di via del Tritone a Roma (gennaio 1913), dove riconobbe una falda profonda nelle ghiaie e sopra le argille marine.
Nel 1909 superò il concorso per Ispettore del Servizio Idrografico del Ministero dell'Agricoltura e nel 1910, dopo essere stato ternato per la cattedra in geologia in molti atenei italiani, divenne professore straordinario di Litologia e geologia agraria presso il R. Istituto Superiore di Agraria di Perugia, dove si occupò prevalentemente della geologia applicata all'agricoltura. Si occupò, tra l'altro, del rapporto tra i terreni calcarei e la vite americana, di problemi di pedologia, del dry-farming e di legislazione forestale.
Nel maggio 1924 a Roma organizzò e diresse il IV Congresso internazionale di pedologia, durante il quale furono presentati due preziosi lavori: uno sulla nomenclatura e classificazione del suolo e l'altro sulla cartografia del suolo nei vari Paesi. In quell'occasione organizzò con il prof. Enrico Clerici una escursione nelle Paludi pontine.
Nel 1925 tornò a Roma, alla Facoltà di Architettura, dove tenne la cattedra di mineralogia e geologia fino al raggiungimento dei limiti di età. Mirabile il suo discorso inaugurale dell'anno accademico 1926-27 sulla funzione essenziale della geologia nell'architettura. Nel 1928 pubblicò la prima Carta dei terreni agrari d'Italia alla scala 1:1.000.000 pubblicata sul Bollettino della Società Geologica Italiana, di cui nel 1930 divenne Presidente. Durante il suo mandato organizzò il 43° Congresso (Riunione estiva) a Roma dal 22 al 27 settembre, con una escursione nella zona di Monte Sacro, in Val d'Aniene, nelle conche d'Arcinazzo e di Fiuggi, ecc.
Della sua monumentale bibliografia (oltre 300 lavori) colpisce la trasversalità e la multidisciplinarietà della carriera scientifica, che spazia in ogni sfumatura della disciplina in senso moderno e attuale, compresa la filosofia della scienza. A De Angelis d'Ossat, unico geologo ad aver scritto un lavoro su un rinomato periodico di filosofia, si deve un azzardato e geniale parallelismo tra la stratigrafia e la logica aristotelica (1904).
Durante i primi anni all'ateneo romano si occupò principalmente di studi stratigrafici nell'area dell'Urbe (in particolare a Monteverde) e della Campagna romana, che sfociarono in un lavoro, ancora oggi ritenuto un valido punto di riferimento, sull'alta Valle dell'Aniene. In campo paleontologico studiò i fossili del Pliocene di Monte Mario e di altre zone dell'area romana comparandoli con quelli di paesi europei e sudamericani, in particolare in Patagonia. Nel primo decennio del XX secolo si dedicò allo studio della bonifica dell'Agro romano, al risanamento idraulico e alla ricerca dell'acqua potabile e approfondì i caratteri idrogeologici arrivando a definire che il numero delle sorgenti dell'Agro romano fossero oltre diecimila. Si concentrò in particolare sull'analisi degli acquedotti e produsse uno studio sull'Acqua Vergine partendo dalle fonti romane. Dedicò successivamente la sua attenzione all'intenso fenomeno del carsismo dei Monti Simbruini ed Ernici.
Collaborò con Torquato Taramelli per attribuire una corretta caratterizzazione stratigrafica delle Alpi Carniche, analizzando alcuni campioni di briozoi e coralli paleozoici. Pubblicò i risultati delle sue ricerche in tre monografie negli atti dell'Accademia dei Lincei tra il 1895 e il 1901.
Durante la sua lunga carriera, in più fasi, studiò la valenza cronologica dei molluschi pliocenici di Palombara Sabina e di Marcellina, si dedicò allo studio dei resti di grossi mammiferi fossili come l'Equus stenonis rinvenuto nelle ligniti di Roccantica, in Sabina, di altri mammiferi scoperti nelle ligniti di San Cosimato presso Tivoli, nonché dei famosi resti di elefanti fossili nella zona dei Fori a Roma.
Negli anni '30 iniziò a interessarsi delle possibili applicazioni della geologia nelle ricerche archeologiche, campo nel quale divenne il massimo esperto. Pubblicò, tra le altre, un'imponente opera sulle catacombe della Capitale che venne inserita nelle monografie della Pontificia Accademia delle Scienze con il titolo di "Geologia delle catacombe di Roma" (1937-1938). Fu autore di diversi studi sulle pietre ornamentali e sui marmi dei monumenti romani; degno di nota un lavoro sul marmo Botticino del Vittoriano (1934). I lavori geologici e le sezioni stratigrafiche in ambito urbano (Colle Palatino, Esquilino, ecc.) di Gioacchino De Angelis d'Ossat rappresentano ancora oggi una utile ed unica documentazione storica in ambito di studi di Geologia urbana.
BIBLIOGRAFIA
Accordi B. (1987) – De Angelis D'Ossat, Gioacchino. Dizionario Biografico degli Italiani, Enciclopedia Treccani, Vol. 33 http://www.treccani.it/enciclopedia/deangelis-d-ossat-gioacchino_(DizionarioBiografico)/
Lanzini M. (2018) - Gioacchino De Angelis d'Ossat (1865-1957), uno dei primi Geologi urbani? Professione geologo, 54, 17-22
Fondo Miscellanee di Gioacchino De Angelis d'Ossat - Biblioteca ISPRA