Ferruccio Zambonini (Roma 17 dicembre 1880 - Napoli 12 gennaio 1932

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Società Geologica Italiana

A cura di GIORGIO VITTORIO DAL PIAZ (Sezione di Storia delle Geoscienze)
 
Figlio di Ersilia Zuccari e di Gustavo Zambonini di Montebugnoli, discendente di una nobile famiglia bolognese, per mantenersi agli studi dopo la morte del padre teneva lezioni private e faceva il copista di atti legali. Nel 1903 si laurea in Scienze naturali all'Università di Roma, allievo del mineralista Giovanni Struever e con una ventina di pubblicazioni già all'attivo. Nel biennio successivo è assistente di chimica docimastica al Politecnico di Torino e può approfondire le sue basi in chimica e fisica.
La grande eruzione del Vesuvio dell'aprile 1906 lo spinge a trasferirsi all'Università di Napoli, alla scuola di Arcangelo Scacchi, il principale mineralista italiano dell'Ottocento, ottenendo un incarico di coadiutore al Museo mineralogico.
Nel 1909 è in cattedra di mineralogia all'Università di Sassari, poi a Palermo (1911) e due anni dopo a Torino, dove rimane un decennio. Nel 1923 torna all'Università di Napoli, ordinario di chimica generale e due volte Rettore, prosegue le sue ricerche sino alla sua scomparsa, causata da crisi cardiaca mentre faceva lezione.
Zambonini è stato un eminente scienziato nei campi della mineralogia sistematica e della cristallografia, stimato in Italia e all'estero, degno successore di Quintino Sella e di Arcangelo Scacchi, a sua volta maestro del chimico Vincenzo Caglioti e del mineralista-geochimico Guido Carobbi: è il periodo della transizione tra la cristallografia morfologica e la nuova cristallografia basata sulla diffrazione dei raggi X, scoperta da Max von Laue (1912).
Zambonini è ricordato soprattutto per la "Mineralogia vesuviana" (1910), monografia in cui sono descritti oltre duecentocinquanta minerali presenti nei prodotti vulcanici della regione. Meno noti, ma più significativi, gli studi sulle zeoliti del Lazio e su altri silicati idrati che lo portano a riconoscere l'esistenza nei reticoli cristallini di acqua priva di legami stabili, e soprattutto quelli sulle soluzioni solide (isomorfismo) dei plagioclasi sodico-calcici, di epidoto-clinozoisite e di altri cristalli misti, caratterizzati da sostituzioni solide eterovalenti che sono funzione delle dimensioni dei raggi ionici piuttosto che delle proprietà chimiche del minerale, la cosiddetta "regola di Zambonini". Ormai dimenticate, ma altrettanto pregevoli sono le ricerche mineralogico-petrografiche e le moderne analisi chimiche iniziate ancora da studente su eclogiti, pirosseno sodico, glaucofane e altri minerali delle Alpi occidentali, tema che diverrà cruciale nella seconda metà del Novecento con lo studio del metamorfismo di subduzione.
Attento alle innovazioni, nel 1911 aveva esaminato il metodo U-Pb proposto da Boltwood e Strutt per misurare l'età delle rocce, ma ne aveva criticato la validità non essendo ancora in grado di separare il piombo derivato dall'uranio da quello normale presente nella roccia. Nel 1924 fu uno dei primi ad applicare la teoria atomica di Bohr per spiegare l'isomorfismo delle terre rare trivalenti con terre alcaline e con piombo. Nell'ultimo decennio della sua vita si è dedicato in prevalenza e con ottimi risultati alla chimica delle terre rare.
Presidente della Società Geologica Italiana nel 1928 e nel 1929, ha organizzato il Convegno estivo del 1928 dedicato a Larderello e alla "Regione boracifera toscana", con sei giorni di escursioni, e il XLII Congresso, che si svolse a Napoli (8-14 settembre 1929) presso l'Istituto di chimica da lui diretto, con escursioni al Vesuvio, Campi Flegrei, Ercolano, Pompei, Roccamonfina.
Riconoscimenti: premio della R. Accademia delle Scienze di Napoli, Wilde Prix dell'Institut de France; socio dell'Accademia delle Scienze di Torino (nazionale residente dal 1922), dell'Accademia Nazionale dei Lincei (1923) e dell'Accademia dei XL (1926); coeditore di Zeitschrift fur Kristallographie.
 
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Carobbi G. - Zambonini, Ferruccio. Complete Dictionary of Scientific Biography. Encyclopedia.com. 10 Apr. 2020 (https://www.encyclopedia.com).
Ferraris G. (2015) - Cristallografia e Accademia delle Scienze di Torino. Accademia delle Scienze di Torino, Quaderni, 20, 5-20.
Giordani F. (1933) - Commemorazione di Ferruccio Zambonini. Rendiconti Accademia delle Scienze fisiche e matematiche di Napoli, serie 4a, 3, 8-19.
Millosevich F. (1937) - Zambonini, Ferruccio. Enciclopedia Italiana Treccani, 35.
Mottana A. & Doglioni C. (2013) - Quintino Sella e il riordino della Facoltà di Scienze di Roma Capitale. Quintino Sella: scienziato e statista per l'Unità d'Italia (Roma 5-6-Dicembre 2011), Atti Convegni Lincei, 269, 83-112. 291-316.
Pochettino A. (1932) - Commemorazione per la morte del Socio nazionale non residente Ferruccio Zambonini. Atti R. Accademia delle Scienze di Torino, 67 (1931-32), 207-216.
Rigault G. (2005) - Ferruccio Zambonini. Sito Accademia delle Scienze di Torino.
Università Federico II di Napoli - Ferruccio Zambonini. Centro Museale, Scheda del Catalogo Multimediale. (http://www.catalogomultimediale.unina.it/?p=910)

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