Bolognese per madre e romagnolo per padre, morto presto, Selli incarna in modo esemplare il ruolo di Maestro nella scuola geologica bolognese fino a diventare un caposcuola geologico italiano, rispettato, discusso, seguito, e ammirato in ogni parte del mondo, degno successore di tanti celebri personaggi del passato, lontano fino a cinque secoli. Durante la sua presidenza (1962 - 1963), la Società Geologica Italiana fece uno dei maggiori balzi di iscritti, superando quota 1000, dai quasi 300 che erano alla fine della guerra. Ne guadagnava la sua visibilità globale come ente di rappresentanza stabile dell'Italia nel consesso geologico delle nazioni, dove Migliorini e Selli si distinguevano nell'aggiornare la cronostratigrafia standard del Messiniano, Pliocene e Pleistocene al limite Terziario/Quaternario (International Geological Congress di Londra 1948, Algeri 1952, Copenhagen 1960).
Vorace lettore di fonti antiche e manoscritti (da buon liceale classico), Selli prendeva spunto dal glorioso passato per anticipare il futuro. Ha donato alla sua città un nuovo grande Istituto di Geologia e Paleontologia che, dal 1963, è stato il più moderno e attrezzato d'Italia, in cui hanno operato fino a un centinaio fra docenti, tecnici e amministrativi. Nel 1968 ha fondato a Bologna il Laboratorio di Geologia Marina del CNR, diventato poi Istituto, con un altro centinaio di unità di personale. Ha potuto così per eccellenza scientifica rivaleggiare con un personaggio straordinario quale è stato Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), non a caso uno dei suoi miti scientifici giovanili come fondatore della oceanografia.
Selli è autore sobrio e perfezionista, unitario nel metodo e versatile per interessi e dedizione, saldamente ancorato ai dati prima di interpretarli, senza adattarli a modelli aprioristici. Si è occupato di Paleontologia, Geologia e Stratigrafia delle Alpi, Stratigrafia e struttura degli Appennini, di Quaternario a livello globale, di Stratigrafia standard (cioè globale), di applicazioni della Geologia (ricerca di idrocarburi, dighe, sismotettonica, grandi opere), geologia marina del Mediterraneo, divulgazione scientifica ad alto livello. Campione in geologia del petrolio (rinverdendo i ruoli di Capellini e Gortani), è stato geologo completo e di punta in vari campi delle scienze della Terra.
Cosa resta della sua opera a quasi quattro decadi dalla morte? Prima di tutto il ricordo del personaggio e del suo metodo rigoroso, poi la citazione perdurante e continua di molti suoi lavori fondamentali su vari temi. Quel metodo fa sì che quasi tutto ciò che ha fatto e scritto sia ancor oggi vivo, valido, corretto o comunque utile. Poi le opere materiali e istituzionali e l'eredità immateriale, idee, scoperte e scritti, tutti fattori trainanti basilari del ricordo sempre vivo nel mondo. Messiniano e crisi di salinità sono parole chiave figlie di Selli che vengono sempre più citate. Chi operi sulla geologia, struttura, stratigrafia, cartografia geologica, sismicità, interventi territoriali in ogni parte dell'Italia Meridionale incrocerà Selli, dovrà studiarlo, citarlo, perché è lui l'autore di oltre metà delle principali formazioni, è lui il primo ad aver formulato interpretazioni strutturali complete, coerenti, complessive, unitarie e sintetiche di tutta la vasta regione. Lui dà la prova che la prima crosta oceanica del Mar Tirreno si forma nel Pliocene. Prima dell'evento, la grande frana del Vajont era imprevedibile, ma dopo lo studio di Selli, ogni nuova grande diga di quel tipo nel mondo dovrà superare preventivamente in simulazione la prova Vajont. Nella cronostratigrafia del Neogene e Quaternario è sempre Selli, con o senza Ruggieri e Cita, che ha dato vita e consistenza ai principali piani della Scala Stratigrafica Standard (se mai resisterà all'insipienza attuale).
Selli è stato e rimane uno dei maggiori geologi italiani della seconda metà del Novecento, e prim'attore originale e critico sulla scena geologica internazionale. Nel Centenario della nascita, celebrato nel 2016 a Bologna nella sua Università, a Napoli all'88° Congresso della Società Geologica Italiana, a Roma all'Accademia dei Lincei, e ancora a Bologna all'Accademia delle Scienze, con le ragioni della sua fama, ci è apparsa la figura di uno scienziato geniale dal volto intimamente umano.
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