A cura di GIOVANNI DE CATERINI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
Ardito Desio è stato forse uno dei geologi più noti a livello nazionale e con la sua vita avventurosa e pragmatica, è stato sicuramente un testimone della storia della geologia a cavallo di tre secoli e due millenni. È ricordato per le sue esplorazioni, in particolare quella legata alla conquista del K2 (Desio, 1954) che appartiene all'immaginario collettivo della storia italiana del secondo dopoguerra. È stata persona determinata e con una visione lungimirante del futuro; i suoi due principali contributi al mondo della geologia erano già stati proposti all'ordine del giorno dell'adunanza di Milano della Società Geologica Italiana organizzata sotto la sua presidenza nel 1941 (Cita, 2005): incentivare l'istituzione di corsi di laurea in Scienze geologiche nelle università (il primo fu quello dell'Università di Roma nel 1936 – Lombardi, 2015); valorizzare la figura professionale del geologo.
Il primo obiettivo fu subito raggiunto e i corsi furono attivati in diversi atenei (fra cui Milano nel 1942), mentre il secondo ha atteso il 1955 con la costituzione dell'Associazione Nazionale Geologi Italiani (Desio presidente dalla costituzione fino al 1970) e il 1966 con la legge costitutiva dell'Ordine Nazionale dei Geologi (Desio fondatore e primo presidente nel 1969-70).
Nato nel 1897 a Palmanova del Friuli (UD), a pochi chilometri dal confine con l'Impero austro ungarico, sviluppò presto la passione per la geologia e l'esplorazione tra Udine e le Alpi orientali, frequentando la Società Alpina Friulana in contatto con Giovanni e Olinto Marinelli e Michele Gortani.
Desio partecipò alla Grande Guerra e conobbe la prigionia a seguito della rotta di Caporetto. Superate le difficoltà del periodo bellico si iscrisse all'Università di Firenze, laureandosi in Scienze Naturali nel 1920 alla scuola di Carlo De Stefani e Carlo Ippolito Migliorini.
La sua carriera accademica è legata a Milano: prima come conservatore al Museo di Storia Naturale, poi libero docente nel 1927 e quindi ordinario di Geologia (1932) presso l'Università degli Studi (all'interno della quale fondò l'Istituto di Geologia nel 1927 che oggi porta il suo nome) e il Politecnico di Milano (dove tenne i corsi di geologia applicata per gli ingegneri).
Desio è stato un ricercatore ed esploratore infaticabile, come egli stesso racconta nella sue autobiografie (Desio, 1987; Desio, 1989). In un arco di tempo di 70 anni egli infatti ha compiuto, a scopi di ricerca e applicativi, spedizioni nelle Alpi italiane, nelle Isole del Dodecaneso, in Africa settentrionale (Marmarica, Giarabub, Fezzan Orientale, Gialo, Marada e lcosta, oasi di Ghat, Cirenaica e Sirtica, Tibesti) e in Africa orientale. È stato uno dei principali studiosi del Karakorum e dell'Hindu Kush (De Caterini et al, 2004); esplorò la catena dello Zagros in Iran; effettuò spedizioni minerarie in Albania e Giordania, progetti idraulici in Birmania e Filippine. L'ultimo viaggio lo compì nel 1990, all'età di 93 anni, per inaugurare il laboratorio dell'Everest.
La spedizione del K2, fu la sua più grande avventura e l'evento che portò maggior notorietà a lui e alla categoria professionale, poiché il termine "geologo" diventò, da allora, di accezione comune. È stato inoltre il primo italiano, nel 1962, a raggiungere il Polo Sud e promotore del "C.N.R. Antartide" (Desio, 1984).
Tra il 1960 e il 1970 Desio fu presidente del Comitato Geologico Italiano, anni nei quali si completò la cartografia in scala 1:100.000 (Legge Sullo) e si lanciò l'idea di quella al 50.000 (Desio, 1968, 1973).
Il suo ruolo di professore di geologia applicata al Politecnico di Milano favorì sicuramente il processo di affermazione della moderna geoingegneria, come testimonia il manuale "Geologia applicata all'ingegneria" (prima ed. 1949 - Desio, 1973).
Nel processo dell'Aquila sul disastro del Vajont, Desio fu presidente della commissione tecnica. Fu infine l'unico geologo presidente di una sottocommissione della "Commissione interministeriale De Marchi" per lo studio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo, istituita dopo le drammatiche inondazioni del 1966.
Desio si spense a Roma il 12 dicembre del 2001, all'età di 104 anni, mentre era in procinto di pubblicare la nuova edizione del suo manuale di geologia applicata.
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Cita M. B. (2005) – Ardito Desio. Rend. Soc. Geol. It., 1 (2005), Nuova Serie, 185-189.
De Caterini G., Rossi S. (2002) - Desio e le sue montagne. SLM: sopra il livello del mare - 2002
De Caterini G., Finocchietti C., Pasquarè F.A., Zaffiro P. (2004) – L'Olimpo dei ricercatori: K2 ed esplorazioni scientifiche. In "K2 Uomini Esplorazioni", CAI – Istituto Geografico de Agostini.
Desio A. (1954) - La conquista del K2. Il Corbaccio 2008
Desio A. (1968) -La nuova Carta Geologica d'Italia al 50.000. Geol. Tecnica; anno XV, n.2, pp. 37-40, 1 fig., Milano.
Desio A (1973) - Geologia dell'Italia. UTET, Torino 1973. Volume di XXXV-1 081 pp., 244 fig. .
Desio A (1973) - Geologia Applicata all'Ingegneria. 3a Edizione, volume di XXVIII-1193 pp., 493 fig., Hoepli, Milano
Desio A. (1984) - L'Antartide, UTET, Torino 1984
Desio A. (1987) – Sulla vie della sete dei ghiacci e dell'oro. Avventure straordinarie di un geologo- Istituto Geografico De Agostini). E' disponibile una nuova versione, anche ebook pubblicata da il Corbaccio (2013).
Desio A (1989) - Esperienze e pensieri di un Geologo della terza età. Rend. Soc. Geol. It. Vol 12 fasc.1
Lombardi G. (2015) - Studenti e laureati in Scienze Geologiche a Roma La Sapienza dal 1936 al 2015. www.geoitaliani.it
http://www.arditodesio.it/
https://www.censu.it/attivita/atti-della-commissione-de-marchi-1970/
geoitaliani.it