A cura di MARCO PANTALONI & FABIANA CONSOLE (Sezione di storia delle geoscienze)
Romolo Meli iniziò il suo lungo percorso di studi conseguendo dapprima il dottorato in filosofia nel 1870, nel 1872 conseguì il diploma in matematica e quindi completò la sua formazione, nel 1874, ottenendo il diploma di ingegnere civile e architetto con pieni voti.
Allievo di Giuseppe Ponzi, nel 1875 fu nominato assistente effettivo presso il gabinetto di geologia della R. Università di Roma. Nel 1881 conseguì la libera docenza in geologia e dal 1883 insegnò mineralogia e geologia nell'Istituto tecnico Leonardo da Vinci di Roma. Nel 1885, alla morte di Giuseppe Ponzi, divenne direttore del gabinetto di geologia e direttore interinale del Museo geologico dell'Università di Roma, dove rimase fino al 1888. Sempre nel 1885 divenne anche professore straordinario di mineralogia e geologia applicata nella R. Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma, nel 1904 divenne professore stabile e nel 1912 ordinario. Nonostante la nomina a professore universitario, Meli proseguì l'insegnamento di mineralogia e geologia nell'istituto tecnico.
L'attività di Meli spaziò dalla geologia alla stratigrafia, dalla malacologia alla paleontologia, dalla mineralogia alla petrografia, non trascurando la geologia fisica e le scienze naturali; fu anche un attento storico-bibliografo. Scrisse oltre 150 lavori e raccolse una collezione costituita da circa 30.000 molluschi, appartenenti a tutte le classi viventi del Phylum (Poliplacofora, Monoplacofora, Gastropoda, Cefalopodi, Bivalvia e Scafopoda), oggi conservata presso il Museo Civico di Zoologia di Roma. A Meli sono state dedicate diverse specie di molluschi, tra le quali il Pecten histrix Doderlein-Meli.
Tuttavia, la principale attività di Meli fu dedicata allo studio dei caratteri geologico-stratigrafici e paleontologici delle unità plio-quaternarie dell'area romana. Degni di nota sono il rinvenimento dei resti fossili di un grande avvoltoio (Gyps) nelle vulcaniti dei Monti Tuscolani e i numerosi resti di elefanti e altri mammiferi.
Meli fu anche autore di rendiconti e guide di escursioni didattiche svolte nell'ambito del suo incarico presso la Scuola d'applicazione degli ingegneri di Roma, che costituiscono ancora oggi una eccezionale base di conoscenza per la caratterizzazione delle unità geologiche del Lazio.
Grazie alla sua formazione anche di tipo umanistico e la sua profonda passione per la storia, Meli si contraddistinse per un approccio multidisciplinare alle Scienze della Terra con una profonda attenzione verso le ricerche bibliografiche e storiche delle zone prese in esame. Fu il primo a scrivere una bibliografia geologica ricchissima di esempi e descrizioni nelle note della zona di Viterbo che ancora oggi rappresenta la base di partenza per studio di quel territorio. Insieme a Quintino Sella, Giovanni Capellini, Giuseppe Augusto Tuccimei e Alessandro Portis fu tra i fondatori della Società Geologica Italiana.
Venne nominato membro di numerose accademie e società scientifiche, tra cui la Società romana per gli studi zoologici, la Società geografica reale e la Società italiana di storia critica delle scienze mediche e naturali; nella Società geologica italiana ricoprì numerose cariche, tra le quali quella di Vicepresidente nel 1903 e di Presidente nel 1904. Scelse Catania come luogo per il Congresso annuale della Società geologica e, coadiuvato dai soci e docenti all'Università (Cerulli, Viola, Del Zanna, ecc.), guidò l'escursione sull'Etna e, in quell'occasione, tenne la commemorazione di due importanti geologi che furono tra i fondatori delle Scienze della Terra in senso moderno: Gaetano Giorgio Gemmellaro e Gaetano Tenore.
FONTI E BIBLIOGRAFIA
Argentieri A. (2009) – Meli, Romolo. Dizionario Biografico degli Italiani, Enciclopedia Treccani. Vol. 73.
Clerici E. (1921) – Commemorazione del socio Meli. Bollettino della Società Geologica Italiana, XL, pp. XVIII e segg.
Portis A. (1921) – Romolo Meli. R. Università degli Studi di Roma, Annuario dell'anno scolastico 1920-1921, Roma. pp. 205-207