A cura di MARCO PANTALONI (Sezione di Storia delle Geoscienze)
Antonio Verri, discendente da una storica famiglia milanese, si iscrisse alla Pontificia Università di Perugia nel 1856/57 come uditore a causa della sua giovane età, dimostrando una grande attitudine allo studio. Si laureò in matematica e nel 1859, appena ventenne, si arruolò volontario partecipando alle guerre risorgimentali per l'Unità d'Italia. Iniziò poi la carriera militare nel 1860 passando dal grado di Caporale fino a quello, raggiunto nel 1913, di Tenente Generale del Genio. Per la sua elevata cultura scientifica, venne destinato a prestare servizio dapprima presso il Ministero della Guerra e poi alla direzione del Genio Militare a Perugia e a Taranto.
Verri fu un grande appassionato di geologia della quale utilizzò le conoscenze per il completamento dei suoi incarichi professionali; l'amore per la disciplina nacque in Verri durante un'escursione in battello lungo il corso del Fiume Tevere per motivi professionali, durante la quale sentì la necessità di approfondire i caratteri geologici dell'intero bacino fluviale, per completare la sua relazione militare.
I suoi primi lavori risalgono al 1874 e sono tutti caratterizzati da un attento lavoro di osservazione diretta e minuziosa dei fenomeni geologici. Durante la sua vita professionale pubblicò oltre 110 lavori, in prevalenza sui temi dell'ingegneria idraulica e della geologia, alcuni dei quali nei volumi della Reale Accademia dei Lincei.
Per ovvii motivi, dedicò la sua attenzione ai territori dell'Umbria e del Lazio, nella sua val di Chiana dissertando sui temi della stratigrafia, della geologia applicata e dei caratteri preistorici del territorio umbro. Fu un precursore nell'uso della geologia in ambito militare, approfondendo l'applicazione delle mine in determinate condizioni geologiche.
Verri dedicò attenzione anche allo studio delle aree urbane, pubblicando lavori sui Colli Quirinale e Capitolino a Roma, che lo portarono a realizzare la sua più interessante opera cartografica rappresentata dalla Carta geologica della Città di Roma, che pubblicò nel 1915, in scala 1:15.000. Verri pubblicò lavori sul Monte Amiata e sui Fiumi Tevere e Velino, ai quali associò la caratterizzazione della Cascata delle Marmore.
Fu tra i maggiori contributori come numero di pubblicazioni sul Bollettino della Società geologica italiana, della quale tra i soci fondatori. In essa ricoprì molte cariche: Commissario del Bilancio, Consigliere, Vice-Presidente nel 1902 e Presidente nel 1903. Dopo questo incarico, non disdegnò quello di Segretario nel biennio 1910-12. Verri è stato anche socio dell'Accademia dei Lincei.
Contribuì in modo brillante all'organizzazione dell'escursione per il Congresso di Terni del 1886 e per quella sul Monte Amiata durante la sua presidenza nel 1903. La sua ultima pubblicazione fu proprio sul Bollettino della Società nel 1924.
Raccolse molto materiale scientifico e bibliografico che donò a diverse istituzioni. Parte della sua collezione è conservata presso il "Museo di storia naturale e del Territorio" a Città della Pieve.
Verri era un uomo preciso, riservato e assolutamente disinteressato al denaro, ritenendo che quest'ultimo svilisse la purezza della scienza. Durante il suo riposo amava leggere Dante, Tacito, Plutarco, Byron e, soprattutto, Lucrezio Caro. Si è spento a Città della Pieve nel 1925 e riposa nel cimitero di Cesi (TR).
BIBLIOGRAFIA
De Angelis d'Ossat G. (1925) - Necrologio di Antonio Verri. Bollettino della Società Geologica Italiana, XLIV fasc. 2, CXLVII-CLV.
Pantaloni M., Luberti G.M. (2015) - Elementi di attualità della Carta geologica di Roma di Antonio Verri nel centenario della sua pubblicazione. Professione geologo, 44, 10-15.
Testi G. (1937) - Il generale Antonio Verri, ingegnere, chimico e geologo (1839-1925). Tip. Europa, Roma, 15 pp.