Compì gli studi classici e in seguito si laureò in Scienze naturali all'Università di Torino nel 1875. Dopo la laurea si specializzò in geologia e paleontologia dapprima a Göttingen, poi a Monaco di Baviera, Basilea e Parigi, pubblicando un lavoro sui batraci fossili grazie al quale ricevette la medaglia d'oro dalla Fondazione di Giorgio III di Hannover.
Dal 1879 fu libero docente in paleontologia all'Università di Torino, continuando le sue ricerche paleontologiche sui cheloni del Terziario ligure-piemontese e sulle tracce fossili a vertebrati. In seguito divenne conservatore al Museo geologico di Torino e continuò i suoi studi paleontologici sulle faune a vertebrati (cervidi, batraci, pesci teleostei, uccelli, rettili, elefanti) e invertebrati. Uno dei suoi lavori più importanti è il Catalogo descrittivo dei Talassoterii rinvenuti nei terreni terziari del Piemonte e della Liguria che tuttora costituisce un'opera fondamentale per la classificazione di questi fossili.
Nel 1881, per il II Congresso Internazionale di Geologia di Bologna, ebbe l'incarico di compilare la Bibliographie Gèologique et Palèontologique de l'Italie e la Guide aux collections de l'Institut de Gèologie et de Palèontologie à Bologne e partecipò alla seduta costitutiva della Società geologica italiana, che si tenne nei locali dell'archiginnasio, venendo quindi annoverato tra i soci fondatori.
Nel 1886 divenne professore di geologia e mineralogia della Scuola degli ingegneri di Roma e, nel 1888, fu chiamato a sostituire Giuseppe Ponzi, scomparso tre anni prima, per la cattedra di geologia e paleontologia dell'Istituto di geologia dell'Università di Roma; qui, Portis chiamò come suo assistente Achille Tellini, un suo allievo torinese.
Si dedicò quindi a intensi studi nella provincia romana, descrivendo i numerosi esemplari di vertebrati fossili che in quel periodo vennero rinvenuti nella piana di Carsoli: Rhinoceros, Elephas, Hippopotamus e Felis. Grazie ai suoi studi, compilò una voluminosa e fondamentale opera, Contribuzioni alla Storia fisica del Bacino di Roma. Portis insegnò nell'Istituto di geologia dell'Università fino al 1927, tenendo gli insegnamenti di geologia e paleontologia, arricchendo il museo dell'Istituto con collezioni scientifiche, litologiche e paleontologiche.
Portis fu Presidente della Società geologica italiana nel 1908 e alla sua nomina pronunciò un discorso di insediamento (Delle necessarie relazioni ed armonia fra le scienze geologiche) dai contenuti ancora molto attuali, auspicando che le diverse specializzazioni della geologia convergessero sotto l'egida della Società geologica italiana. Degna di nota l'affermazione: "Ricordiamo ai Geologi che, per esser tali, dobbiamo prima di tutto esser uomini; e che per vantaggio dell'umanità e per esser uomini meno imperfetti, diventammo geologi".
Fondamentale è la raccolta dei suoi scritti pubblicati in occasione del terremoto di Messina – Reggio Calabria nei quali espone la propria idea sull'origine e sulla previsione dei terremoti ma anche delle personali "visioni", esposte in forma onirica, su quale sarebbe stata la situazione sociale di Messina nel 2008.
Portis era di carattere riservato e gentile, molto scrupoloso, e venne ricordato come un accanito fumatore. Dedicò la sua vita all'insegnamento e alla gestione del museo e fu un sostenitore dell'unità e della concordia nazionale. Grazie alla sua attività e alle sue elevate doti scientifiche venne nominato socio della Sociètè Royale des Sciences di Liegi, della Societé géologique de Belgique e della Società geologica tedesca.
BIBLIOGRAFIADal 1879 fu libero docente in paleontologia all'Università di Torino, continuando le sue ricerche paleontologiche sui cheloni del Terziario ligure-piemontese e sulle tracce fossili a vertebrati. In seguito divenne conservatore al Museo geologico di Torino e continuò i suoi studi paleontologici sulle faune a vertebrati (cervidi, batraci, pesci teleostei, uccelli, rettili, elefanti) e invertebrati. Uno dei suoi lavori più importanti è il Catalogo descrittivo dei Talassoterii rinvenuti nei terreni terziari del Piemonte e della Liguria che tuttora costituisce un'opera fondamentale per la classificazione di questi fossili.
Nel 1881, per il II Congresso Internazionale di Geologia di Bologna, ebbe l'incarico di compilare la Bibliographie Gèologique et Palèontologique de l'Italie e la Guide aux collections de l'Institut de Gèologie et de Palèontologie à Bologne e partecipò alla seduta costitutiva della Società geologica italiana, che si tenne nei locali dell'archiginnasio, venendo quindi annoverato tra i soci fondatori.
Nel 1886 divenne professore di geologia e mineralogia della Scuola degli ingegneri di Roma e, nel 1888, fu chiamato a sostituire Giuseppe Ponzi, scomparso tre anni prima, per la cattedra di geologia e paleontologia dell'Istituto di geologia dell'Università di Roma; qui, Portis chiamò come suo assistente Achille Tellini, un suo allievo torinese.
Si dedicò quindi a intensi studi nella provincia romana, descrivendo i numerosi esemplari di vertebrati fossili che in quel periodo vennero rinvenuti nella piana di Carsoli: Rhinoceros, Elephas, Hippopotamus e Felis. Grazie ai suoi studi, compilò una voluminosa e fondamentale opera, Contribuzioni alla Storia fisica del Bacino di Roma. Portis insegnò nell'Istituto di geologia dell'Università fino al 1927, tenendo gli insegnamenti di geologia e paleontologia, arricchendo il museo dell'Istituto con collezioni scientifiche, litologiche e paleontologiche.
Portis fu Presidente della Società geologica italiana nel 1908 e alla sua nomina pronunciò un discorso di insediamento (Delle necessarie relazioni ed armonia fra le scienze geologiche) dai contenuti ancora molto attuali, auspicando che le diverse specializzazioni della geologia convergessero sotto l'egida della Società geologica italiana. Degna di nota l'affermazione: "Ricordiamo ai Geologi che, per esser tali, dobbiamo prima di tutto esser uomini; e che per vantaggio dell'umanità e per esser uomini meno imperfetti, diventammo geologi".
Fondamentale è la raccolta dei suoi scritti pubblicati in occasione del terremoto di Messina – Reggio Calabria nei quali espone la propria idea sull'origine e sulla previsione dei terremoti ma anche delle personali "visioni", esposte in forma onirica, su quale sarebbe stata la situazione sociale di Messina nel 2008.
Portis era di carattere riservato e gentile, molto scrupoloso, e venne ricordato come un accanito fumatore. Dedicò la sua vita all'insegnamento e alla gestione del museo e fu un sostenitore dell'unità e della concordia nazionale. Grazie alla sua attività e alle sue elevate doti scientifiche venne nominato socio della Sociètè Royale des Sciences di Liegi, della Societé géologique de Belgique e della Società geologica tedesca.
Checchia Rispoli G. (1931-32) - Alessandro Pòrtis. In Annuario R. Università degli Studi di Roma, 493-495.
Martelli A., Cerulli-Irelli S. & Clerici E. (1932) - Rievocazione. In Boll. Soc. Geol. It., 51, XX-XXVII, cum bibl.
Pantaloni M. (2016) - Portis, Alessandro. Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Volume 85. http://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-portis_%28Dizionario-Biografico%29/