Lutto - Prof. Roberto Colacicchi

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Società Geologica Italiana

Carissimi Soci SGI,
Carissimi Soci Società Associate,

con profonda tristezza, vi informiamo della scomparsa di Roberto Colacicchi, Presidente della Società Geologica Italiana nel biennio 1977-78.

Allievo di Giovanni Merla e di Bruno Accordi, Roberto Colacicchi è stato Professore Ordinario di Geologia all'Università di Perugia per circa 30 anni, contribuendo in misura decisiva alla fondazione del Corso di Laurea in Scienze Geologiche e del Dipartimento di Scienze della Terra, ed in generale allo sviluppo della Geologia nell'Ateneo perugino.  La sua attività di ricerca, sempre strettamente legata all'attività di terreno, ha fornito importanti ed innovativi contributi alla sedimentologia dei carbonati ed alla geologia dell'Appennino Centrale.

La Società Geologica Italiana si unisce al cordoglio della famiglia e dei colleghi per questa grande perdita.

Di seguito riportiamo una breve biografia del Prof. Colacicchi.

Cordiali saluti,

La Segreteria

 

Roberto COLACICCHI (Agelli 19/10/1931 - Bevagna 12/12/2024)

Roberto Colacicchi nasce il 19 ottobre 1931 ad Agelli, un piccolissimo borgo di circa 70 abitanti della provincia di Ascoli Piceno, arroccato nella zona pedemontana dei Sibillini. Dall'ambiente naturale e dal paesaggio roccioso riceve e assorbe, fin da bambino, quell'imprinting che continuerà a influenzare per sempre il suo carattere e il modo di pensare.
Nel 1933 un tragico incidente lo rende orfano del padre, Loffredo, già tenente medico degli Alpini e reduce dal fronte delle Dolomiti nella Prima Guerra Mondiale, medico condotto nel piccolo borgo. Secondo gli ultimi desideri paterni, a otto anni viene mandato dalla madre a Firenze, presso lo zio, Giovanni Colacicchi, pittore, perché segua gli studi classici. Qui frequenta il Liceo Michelangelo fino alla maturità conseguita nel 1950.
Nel 1951 si iscrive al corso di laurea in Scienze Naturali, passando poi (appena il corso viene istituito) a Scienze Geologiche e, nell'ottobre 1955, sotto la guida di G. Merla, è il primo laureato a Firenze in Scienze Geologiche con una tesi sulle arenarie risedimentate dei Monti della Laga e sui loro rapporti con i livelli gessarenitici (tesi pubblicata nel 1958).
Nel marzo 1956 accetta l'invito di Bruno Accordi per il ruolo di assistente alla cattedra di Geologia a Catania. Qui tiene il corso di Geomorfologia e le esercitazioni di Geologia, cercando di trasmettere agli studenti il suo interesse per la Geologia di terreno, per il contatto diretto, fisico, con le rocce e con l'ambiente. Collabora attivamente al rilevamento di varie tavolette della Sicilia orientale e della zona di Pachino e allo scavo della grotta di Spinagallo contenente resti pleistocenici di elefanti nani che pazientemente prepara e restaura.
In quel periodo (1956-58) in Sicilia ferveva l'attività per la ricerca degli idrocarburi; vi erano presenti molte società petrolifere sia italiane che straniere. Il contatto continuo con i massimi esperti della ricerca petrolifera apriva al neo assistente nuovi orizzonti, conoscenze e metodologie.
Egli torna però sempre alla sua prima passione quando, spinto da Accordi e affascinato dalla immensa parete nord-ovest del Monte Civetta delle Dolomiti, pur lavorando in Sicilia, ne studia i corrugamenti di vetta (1960).
In questo primo periodo, si rende conto che la Geologia dei fenomeni accessibili direttamente rappresenta l'interesse principale del suo modo di pensare, e a questa si dedicherà totalmente.
Nel 1961 Accordi, trasferitosi a Roma, lo chiama all'Università La Sapienza, dove continua a tenere il corso di Geomorfologia e le esercitazioni per la Geologia e dove, nel 1962, consegue la Libera Docenza in Geologia.
Nel 1960, con la "Legge Sullo", era iniziato il rilevamento geologico e lo studio ex novo di tutta l'Italia. Al progetto partecipavano tutte le unità geologiche secondo le loro zone di interesse; Colacicchi scelse le montagne abruzzesi intorno al Parco Nazionale d'Abruzzo dedicandovi gran parte della sua attività scientifica e un impegno pressoché totale.
Durante il periodo romano, Colacicchi studia la "piattaforma carbonatica laziale-abruzzese" ritenuta fino ad allora un placcone omogeneo costituito da calcari di scogliera. Qui, insieme al collega Praturlon, applicando nuove metodologie di analisi sedimentologica e stratigrafica utilizzate da studiosi americani alle Bahamas, mette in evidenza la non omogeneità della piattaforma, individuando diversi tipi di facies (tidali, di laguna, di scogliera, di transizione, ecc.) ricostruendone in tal modo la genesi, l'evoluzione e la paleogeografia in un quadro completamente nuovo. Tra l'altro mette in luce l'esistenza a oriente di un margine mesozoico passante a un bacino pelagico (1964-1968).
Nel 1967 vince il concorso a cattedra per la Geologia e nel 1968 viene chiamato dall'Università di Perugia come Professore Straordinario di Geologia per il Corso di Laurea in Scienze Naturali. Qui con G. Pialli, L. Passeri, e C. Cattuto fonda un primo gruppo impegnato sulla geologia dell'Italia centrale. Con l'aiuto del mineralista Cocco ottiene l'istituzione, ex novo, dell'Istituto di Geologia di Perugia, che raccoglierà altri collaboratori e diventerà un nuovo organismo di ricerca geologica per l'Italia centro-settentrionale. Nel 1971, diventato Professore Ordinario, promuove l'istituzione del Corso di Laurea in Scienze Geologiche che verrà attivato nel 1972.
Nel periodo perugino si dedica ai rapporti fra la piattaforma abruzzese, il margine e il bacino pelagico umbro-marchigiano lungo la complessa (e variamente interpretata) "linea Ancona Anzio". Tramite ricerche di sedimentologia tettonico-strutturale intuisce che la famosa "linea" deriva da un movimento trascorrente destro che ha "decapitato" i corpi sedimentari detritici scaricati entro il bacino pelagico, e ne dà una interpretazione coerente con i dati osservabili.
Nello stesso tempo studia il diverso rapporto idrodinamico tra torbiditi carbonatiche e torbiditi silicoclastiche in collaborazione con il Gruppo di Berkeley (California) diretto dal Prof. W. Alvarez, infine coordina studi multidisciplinari sul Giurassico pelagico dell'Italia centrale finalizzati alla comprensione di problemi rimasti fino ad allora insoluti (Palaeopelagos, 1999, Special publ. n.3).
In tutto il periodo trascorso fra Sicilia, Roma e Perugia, Colacicchi ha sempre avviato gli studenti alla conoscenza diretta, fisica, dei problemi geologici e ambientali, integrando lezioni ex catedra a contatti diretti sul terreno con escursioni in gruppo e tesi sperimentali.
Questo modo di pensare e di agire ha sempre continuato a essere il punto centrale del suo pensiero geologico, che rispondeva esattamente al motto "Mente et Malleo".
Socio della Società Geologica Italiana dal 1953, Vicepresidente per il biennio 1975-1976, viene eletto Presidente per il biennio 1977-1978.
In questo periodo cerca di dare alla Società un andamento più moderno e più efficiente promuovendo:
a) l'istituzione dei "Rendiconti brevi", da editare mensilmente, per far circolare più rapidamente le nuove idee; i Rendiconti vennero realizzati nel 1978;
b) l'istituzione del Comitato di Redazione per tutte le pubblicazioni della Società, con il compito di leggere i lavori presentati e approvarne (o meno) la stampa. Proposta che ebbe forti contrasti riguardo al potere del Comitato ma che fu definitivamente approvata nel 1979;
c) nel marzo 1977, per ampliare l'ambito delle pubblicazioni della Società, decide di accettare nelle Memorie della Società gli atti del Congresso sulla Stratigrafia Paleomagnetica dei Carbonati Pelagici che si era svolto nel 1976, editor G.Pialli;
d) nell'ottobre 1978 organizza a Perugia il congresso della Società sul tema "Recenti sviluppi della ricerca geologica finalizzata", tematica fino ad allora poco sviluppata.
Nel triennio 2001/03 viene eletto nel Comitato scientifico di redazione della Società Geologica Italiana.
Tra il 1960 e il 1970, per tre trienni, ha fatto parte del Consiglio Scientifico e Amministrativo del Parco Nazionale d'Abruzzo, impegnandosi per la riorganizzazione del Parco e per il suo sviluppo futuro, coniugando la difesa dell'ambiente con la vivibilità e la fruibilità umana della zona.
Tra la fine degli anni '80 e la prima metà degli anni '90 è stato chiamato per due trienni a far parte, come esperto geologo, del Comitato Italiano Idrocarburi del Ministero dell'Industria.
Come studioso ha visitato diversi paesi, effettuando ricerche in Australia, America, Africa, partecipando, e talvolta organizzando, a escursioni e convegni internazionali.

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