A cura di Maurizio Ripepe
Il giorno 03 Luglio 2019 alle ore 14:45:43 UTC la rete di monitoraggio geofisico del Laboratorio di Geofisica Sperimentale (LGS) del Dipartimento di Scienze della Terra – Università di Firenze ha registrato un evento esplosivo parossistico. L'eruzione è stata registrata da 5 stazioni sismiche a larga-banda, 10 sensori di pressione acustica, 4 clinometri e 2 telecamere termiche. I segnali di pressione acustica indicano che la prima esplosione localizzata al cratere di SW è stata seguita da una seconda esplosione, alle 14:45:53 UTC, dal cratere Centrale.
L'evento sismico associato all'esplosione ha superato, in ampiezza ed in velocità, di oltre due ordini di grandezza i valori dell'attività ordinaria e di un ordine di grandezza quelli di un'esplosione maggiore. L'eruzione ha avuto una durata complessiva di circa 5 minuti ed ha prodotto una forte inflazione del suolo che ha preceduto di circa 8 minuti l'esplosione. La serie di esplosioni hanno squarciato la terrazza craterica facendo collassare parte del bordo esterno verso la Sciara del Fuoco. Dopo l'evento esplosivo, la terrazza craterica appare più larga di circa 120 metri verso Ovest ed è almeno 50 m più bassa.
L'evento esplosivo è stato ripreso e registrato dalla telecamera visibile di sorveglianza posta a Punta Labronzo. Le immagini mostrano un'ingente emissione di materiale balistico di grosse dimensioni che è stato scagliato fino a 500-600 metri dalla costa. La colonna eruttiva (di altezza stimata in circa 3/4 km) ha generato un primo flusso piroclastico lungo il bordo meridionale della Sciara del Fuoco che ha raggiunto dopo circa 50 secondi la costa in corrispondenza di Punta dei Corvi. Dopo circa 10 secondi dall'inizio dell'evento, un secondo flusso piroclastico si è generato nella parte centrale della Sciara del Fuoco ed ha raggiunto la costa intorno alle 14:46:40 UTC. Il materiale piroclastico esce dal campo di vista della telecamera e si propaga sulla superficie del mare fino a distanze di oltre 2 chilometri dalla costa.
Questi flussi hanno prodotto una piccola onda di tsunami che è stata registrata dalle due Mede Elastiche (boe ondametriche) poste ai due lati della Sciara del fuoco, a circa 350 metri dalla costa, che sono state investite dal materiale piroclastico. L'ingresso in mare dei due flussi ha generato un innalzamento iniziale del livello del mare di circa 1 metro. La meda più' vicina al flusso (Punta dei Corvi) ha registrato un'onda di tsunami con un'ampiezza totale di circa 2.4 metri ed una durata di 30 secondi. L'onda si è subito attenuata e a circa 2 km dalla sorgente (Punta Labronzo) era alta circa 40 cm.
È la prima volta che viene registrato uno tsunami generato da un flusso piroclastico sub-aereo alla sorgente dell'evento.
La mancanza dei bordi craterici e l'aumento del flusso di lava hanno dato origine in seguito ad una serie di trabocchi sul lato centro-meridionale della Sciara del Fuoco.