Al Congresso Nazionale Congiunto della Società Geologica Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, presentazione dei risultati di studi sulla presenza dei quasicristalli nello spazio interstellare

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Società Geologica Italiana

Luca Bindi (Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze): "Studi hanno rivelato indizi che potrebbero indicare una presenza più diffusa dei quasicristalli nello spazio interstellare. Analisi di meteoriti, campioni di polveri cosmiche, detriti di esplosioni nucleari, fulguriti hanno mostrato che i quasicristalli possono formarsi in condizioni estreme, come quelle presenti durante le collisioni cosmiche o nelle atmosfere di stelle Moretti. La nostra ricerca suggerisce che i quasicristalli potrebbero formarsi in una varietà di ambienti astrofisici. Questo apre nuove possibilità per comprendere non solo l'origine e l'evoluzione di questi materiali, ma anche il ruolo che potrebbero giocare nella formazione dei corpi celesti e nella chimica dell'universo".

Briefing dei ricercatori – aperto alla stampa- Giovedì 5 Settembre – ore 8 e 30 Aula D, presso il Campus Universitario Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4.

"I quasicristalli potrebbero essere presenti in maniera più diffusa nello spazio intestellare. Illustremo i risultati degli studi, a Bari, al Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia".  Lo ha annunciato, Luca Bindi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, presso l'Università degli Studi di Firenze e autore principale dello studio.

I ricercatori, illustreranno i risultati dello studio, con un briefing aperto alla stampa, Giovedì 5 Settembre, ore 8 e 30 - Aula D, presso il Campus Universitario Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4.

"I quasicristalli, strutture cristalline insolite scoperte per la prima volta negli anni '80, sono da sempre stati considerati una rarità, sia in natura che nei laboratori. Tuttavia, nuove ricerche potrebbero cambiare questa percezione, suggerendo che i quasicristalli potrebbero essere molto più comuni di quanto si pensasse in precedenza, addirittura ubiquitari nell'universo.

I quasicristalli si distinguono per la loro peculiare struttura: diversamente dai cristalli ordinari – ha continuato Bindi -  i cui atomi sono disposti in un pattern ripetitivo, i quasicristalli presentano una disposizione ordinata ma non periodica. Questa caratteristica ha permesso loro di esibire proprietà fisiche uniche, come un'elevata durezza e una bassa conducibilità termica, rendendoli oggetto di studio sia per la scienza dei materiali che per la fisica teorica.

Recenti studi hanno rivelato indizi che potrebbero indicare una presenza più diffusa dei quasicristalli nello spazio interstellare. Analisi di meteoriti, campioni di polveri cosmiche, detriti di esplosioni nucleari, fulguriti hanno mostrato che i quasicristalli possono formarsi in condizioni estreme, come quelle presenti durante le collisioni cosmiche o nelle atmosfere di stelle morenti.

La nostra ricerca suggerisce che i quasicristalli potrebbero formarsi in una varietà di ambienti astrofisici. Questo apre nuove possibilità per comprendere non solo l'origine e l'evoluzione di questi materiali, ma anche il ruolo che potrebbero giocare nella formazione dei corpi celesti e nella chimica dell'universo".