Sono passati 58 anni e ancora il ricordo è una ferita aperta per il Paese. Alle 22:39 del 9 ottobre 1963 un'enorme frana di 270 milioni di metri cubi di roccia scivola nel lago artificiale della diga del Vajont, provocando un'onda di piena che distrugge gli abitati di Erto, Casso e Longarone. Le vittime sono oltre 2000, numerosi i dispersi.
"Oggi tuttavia non si può soltanto piangere. È tempo di imparare qualcosa" scrisse Merlin all'indomani della tragedia. In questi 58 anni, la geologia ha imparato tantissimo sulla fragilità del territorio e sulla prevenzione dei rischi, sviluppando la capacità di individuare e monitorare fenomeni franosi, e di simularne l'evoluzione con avanzati modelli numerici.
Dal 2011, il 9 Ottobre di ogni anno in Italia si celebra "La giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali ed industriali" proprio per mantenere viva la memoria della tragedia del Vajont. I geologi, spesso inascoltati, oggi più che mai continuano nella loro lotta contro il maltrattamento del territorio e dell'ambiente, consapevoli che le scienze della terra costituiscono la base fondamentale per uno sviluppo sicuro e sostenibile.