Lutto - Prof. Pio Di Girolamo

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Società Geologica Italiana

Con profonda tristezza abbiamo appreso, che oggi 7 aprile 2020, é venuto a mancare il Prof. Pio Di Girolamo, già ordinario di Petrografia presso l'Università Federico II di Napoli.

Il Prof. Di Girolamo é stato un eccellente ricercatore nel campo della Vulcanologia e della Petrografia dei vulcani napoletani. A lui si devono numerosi contributi scientifici che hanno permesso ai più giovani di meglio comprendere e interpretare i complessi sistemi che sottendono ai due distretti vulcanici partenopei. Pio Di Girolamo è stato il trait d'union tra la scuola classica della Petrografia napoletana, quella che aveva come capofila Scherillo e Parascandola, ed un approccio moderno e multidisciplinare alla materia.

Negli anni 70 fu il primo a mettere in evidenza che i prodotti piroclastici dell'Ignimbrite Campana (Di Girolamo P., 1970, Differenziazione gravitativa e curve isochimiche nella ignimbrite Campana. Rend. Soc. It. Min. e Petr.,26-2, p. 547–588) sono composizionalmente zonati utilizzando un approccio innovativo di tipo petrochimico, che si è rivelato vincente e che ha dato forte impulso alle successive ricerche su questo tema anche in contesti non italiani.

Fu sua la felice intuizione che impresse una svolta nella interpretazione della petrogenesi del magmatismo del bordo tirrenico fino ad allora ritenuto dalle scuole dominanti simile a quello del Rift Africano e quindi di tipo intraplacca".

Fu in seguito al suo lavoro scientifico del 1976 (Di Girolamo P., Nardi, G., Rolandi, G., and Stanzione, D., Occurrence of calc-alkaline two-pyroxene andesites from deep bore-holes in the Phlegrean Fields. I. Petrographyc and petrochemical data. Rendiconti Accademia Scienze Fisisiche e Matematiche in Napoli, 43, 45-73) e successivamente a quello del 1978 (Di Girolamo P. Geotectonic settings of miocene-quaternary volcanism in and around the eastern Tyrrhenian sea border, Italy, as deduced from major element geochemistry. Bulletin Volcanologique, 4, 22925) che per la prima volta la comunità scientifica iniziò a parlare di "magmatismo subduction-related" per i vulcani del bordo tirrenico. Fu, inoltre, il primo ad accorgersi che i prodotti vulcanici sepolti della Piana Campana settentrionale erano costituiti da andesiti a due pirosseni (calco-alcaline), simili a quelle presenti nell'arco delle Eolie.

Questi sono solo tre dei lavori di una imponente bibliografia che vogliamo ricordare per l'impatto scientifico che ne è succeduto.

Per noi suoi allievi piace anche ricordare con affetto e nostalgia la sua famosa dispensa ciclostilata che ha plasmato generazioni di studenti e che gelosamente conserviamo come ricordo dei bei tempi universitari.

Vincenzo Morra e Leone Melluso