La mattina di martedì 12 gennaio 2016, a seguito di un incidente stradale ci ha lasciato, in silenzio e senza farsi notare, com'era sua abitudine, Giovanni Conte.
Nato il 26 dicembre 1960, laureato alla Sapienza in Scienze geologiche, era stato poi assunto presso l'ENEA, dove ha prestato servizio fino al 1995. Dal giugno di quell'anno svolse poi la sua attività presso il Servizio Geologico d'Italia, dapprima in qualità di geologo rilevatore e in seguito presso il Servizio di geologia applicata.
Geologo dai molteplici interessi, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria si occupò del trattamento termico ed elettrosmotico dei terreni e quindi, durante il periodo di lavoro trascorso all'ENEA, di studi di carattere idrogeologico nella Laguna di Orbetello e nei Laghi Pontini.
Al Servizio Geologico d'Italia iniziò l'attività di rilevamento geologico sui depositi terrigeni mio-pliocenici nell'area del Foglio geologico Fossombrone. Dopo questa esperienza si dedicò ad attività di studio e ricerca di carattere applicativo: collaborò per la realizzazione di carte idrogeologiche e di suscettibilità alle colate rapide di fango, a rilievi per la caratterizzazione di fenomeni franosi e per la microzonazione sismica nel territorio aquilano.
Una sua ricerca riguardava lo studio temporale e l'analisi delle registrazioni pluviometriche, idrometriche e piezometriche, anche ai fini di una modellazione statistica; il suo carattere perfezionista, però, gli ha impedito di raggiungere il momento giusto per poter diffondere i risultati di questo suo studio.
Il suo principale settore di attività rimase quello idrogeologico; uno dei suoi ultimi lavori è stata la Carta idrogeologica di Roma, la cui realizzazione lo ha visto impegnato per un intenso, ma gratificante, anno di lavoro.
Coloro che hanno avuto modo di frequentarlo, non possono non ricordare la sua profonda cultura, che spaziava dalla musica barocca al ciclismo, sua passione sportiva, oltre che la sua vivace curiosità e la sua intelligenza.
Il Servizio Geologico d'Italia e le Scienze geologiche perdono con lui uno dei colleghi più sagaci e un uomo di rara modestia.
Marco Pantaloni