E' venuto a mancare il prof. Francesco (Franco) Fanucci, professore all'Università di Trieste e geologo marino;
Franco faceva parte della vecchia guardia della geologia marina italiana, un ben nutrito gruppo di professori universitari e ricercatori CNR che ha costruito la disciplina e la comunità di ricerca negli anni '80 e '90, con lavori scientifici che restano ancora oggi di riferimento a dispetto dei molti anni passati e della molta tecnologia che si è sviluppata nel frattempo. Gli interessi e l'attività scientifica di Franco, ancorché nati col rilevamento di campagna sulle Alpi Marittime sono presto scesi a mare ed hanno avuto come baricentro il Mar Ligure cui era sempre rimasto legato, a differenza del percorso universitario che lo ha visto prima a Genova, poi a Urbino, infine a Trieste, con forti legami con la comunità scientifica francese con la quale manteneva ancora stretti contatti. Suoi anche i primi lavori sui margini continentali della Sardegna, sul margine cileno e, ultimamente, sul margine calabro-ionico.
Franco aveva una forte personalità scientifica, costruitasi in un'era in cui gli avanzamenti intellettuali si esprimevano con pochi articoli e con disegni fatti a mano e poi felicemente transitata ai tempi e alle tecnologie moderne (ad esempio era stato tra i primi italiani ad utilizzare un AUV nell'ambito di una collaborazione italo-francese sul margine ligure). Alla personalità scientifica si abbinavano però una gentilezza e una disponibilità fuori dalla norma che erano la sua cifra e lo facevano apprezzare dalle persone con cui lavorava o con le quali veniva a contatto, in primis gli studenti, affascinati dalla sua (anche questa inusuale) proprietà di linguaggio e compitezza espositiva.
La geologia marina e più in generale le scienze della terra perdono con Franco un collega capace ed un uomo di rare qualità.