Il giorno 13 settembre 2008 si è spento un mio caro amico, Mario Vanossi. Come suo collega da oltre quarant'anni ho il privilegio di ricordarLo in questa sede e di apprezzarne i meriti di scienziato e di docente, uniti alle sue doti di grande umanità. Conobbi Mario negli anni '60, al mio rientro all'Università dopo un lungo periodo nell'Industria, e subito mi colpì la sua grande passione e capacità di lavoro, il suo costante impegno sia accademico che scientifico e la sua profondità di pensiero, sempre pronto a capire, e risolvere, problemi suoi e dei suoi colleghi.
Nella sua attività prestata senza interruzione presso l'Istituto di Geologia, poi Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pavia è preminente la sua figura di Docente delle generazioni di studenti che sono stati suoi allievi, alcuni dei quali suoi collaboratori e attualmente docenti presso la stessa struttura, al cui miglioramento e potenziamento Mario Vanossi ha dedicato notevoli energie. Le sue lezioni, preparate coscenziosamente, sono ricordate dai suoi studenti come esempio di chiarezza e precisione; gli esami erano severi e con votazioni assolutamente obbiettive, basate su una valutazione dei singoli argomenti trattati nel corso, che comprendeva numerose escursioni sulle "sue" Alpi Liguri e su altre aree, in cui si valeva della collaborazione di singoli specialisti. Le tesi erano rigorosamente sperimentali, con accurata raccolta dei dati di terreno, campo in cui Mario Vanossi si è particolarmente dedicato, alla maniera dei geologi delle vecchie generazioni.
La sua produzione scientifica spazia dalla stratigrafia e sedimentologia, oggetto dei suoi studi nella prima parte della sua attività, alla tettonica e geodinamica, che costituiscono i temi di ricerca della sua maturità, affiancato dai suoi allievi e collaboratori, con importanti risultati, soprattutto nel campo della Geologia Strutturale. Da questa molteplicità di interessi emerge la sua personalità che considera i campi delle Scienze della Terra allo stesso livello, senza favorire un tema piuttosto che un altro.
I rilievi di campagna, che costituiscono l'elemento portante della sua scuola, sono iniziati sulle Alpi Liguri, prima in collaborazione col suo maestro Professor Alfredo Boni, poi autonomamente o con l'aiuto di valenti allievi. Le Alpi Liguri e Marittime sono state oggetto di gran parte della sua produzione scientifica, che si è poi ampliata alle Alpi Occidentali, in Francia e Corsica, con la sua affermazione in campo internazionale, frutto di collaborazioni specie con colleghi francesi. La sua conoscenza delle Alpi Liguri ha avuto grandi riconoscimenti, fra i quali l'organizzazione in loco di un Congresso della Società Geologica Italiana, nella primavera del 1984, i cui atti sono stati oggetto di un volume delle Memorie. A questa Società Mario Vanossi è stato sempre molto legato, ed è particolarmente toccante che si sia spento proprio al compimento del 50°anno dalla sua associazione, come è stato ricordato all'ultimo Congresso a Sassari, pochi giorni dopo la sua scomparsa.
A fianco di questa sua attività didattica e di ricerca, Mario Vanossi ha dato ampia prova delle sue capacità organizzative che si sono espresse durante la sua Direzione dell'Istituto di Geologia e successivamente del Dipartimento di Scienze della Terra. Quando questa struttura si realizzò, con la fusione fra l'Istituto di Geologia e Paleontologia e quello di Mineralogia, Petrografia e Geochimica, con conseguente trasferimento dal Palazzo Centrale all'area Cravino, collaborò con me, allora temporaneamente Direttore, in tutte le pratiche relative alla creazione di questa nuova struttura, della quale è da tutti riconosciuto l'artefice principale e per la quale ha profuso un impegno veramente instancabile. La sua figura era improntata a grande carisma e, quando sorgevano inevitabili differenze di opinione sull'organizzazione del Dipartimento, le mettevamo democraticamente ai voti con i nostri collaboratori, che esprimevano sempre parere a lui favorevole.
Mario Vanossi viene apprezzato, al di là della sua attività didattica e scientifica, anche per i suoi molteplici interessi naturalistici, artistici e letterari, cui si dedicava con impegno, affiancato dalla moglie, appassionata pittrice, ed è con grande commozione che lo ricordo come amico altamente stimato da collaboratori, allievi e scienziati e da tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Raffaele Casnedi